Pro-Meide – Libro IV – Non esistono galassie inesplorabili

26 Mar 2020

Libro IV – Cap. VIII

Non esistono galassie inesplorabili

Lo sviluppo delle E-bikes si stava muovendo ad una velocità che la USS Enterprise NCC-1701 sotto il comando del Capitano James T. Kirk non avrebbe mai raggiunto nell’esplorazione di lontane galassie, lo stesso Mr. Spock nel ruolo di ufficiale scientifico non si sarebbe capacitato di tale frenesia nel sondare i pianeti inesplorati della galassia TCU. La svolta data da Specialized con la possibilità di personalizzare l’assistenza al gusto del Biker ha fatto sì che ci si inoltrasse in un mondo pieno di asteroidi potenzialmente pericolosi ma anche di pianeti assai accoglienti. I motori elettrici hanno quasi due secoli di storia, considerato che il motore che sfruttava il campo magnetico fu un intuizione del nostro esimio scienziato Galileo Ferraris nel 1885, seguito dal genio più incompreso dell’elettrotecnica Nikola Tesla che tre anni dopo nel 1888 brevettò il sistema trifase per un uso pratico in ambito industriale.

Avremmo dovuto attendere gli anni ottanta per l’arrivo dei motori Brushless ovvero senza spazzole che rivoluzionarono l’uso dei motori elettrici, grazie all’avanzamento della tecnologia nell’applicazione di semiconduttori e superconduttori per creare materiali magnetici migliori per durata e resa ed all’implementazione dell’elettronica deputata alla gestione dell’unità. L’elettronica è la lampada magica che una volta sfregata, porta ad esaudire tutti i desideri del mecatronico preso nella progettazione del motore per le E-bikes: senza una gestione accurata il motore ti offre potenza e coppia immediatamente, sarebbe inutilizzabile per il nostro mondo fuoristradistico che necessità come per le moto da enduro la possibilità di scaricare la potenza in modo progressivo e con una coppia sostenuta. Per cui in fase di progettazione sulla base di protocolli comuni per quanto riguarda i limiti imposti dal codice stradale europeo si opta per dare una gestione chiusa dell’assistenza. Personalizzare è un aspetto che sta a cuore a tutti che sia dal punto di vista estetico, funzionale e il poter avere il motore che ti dà quello che vuoi in base alle tue esigenze, visto che non tutti hanno 400 W nei quadricipiti a 25 km orari come Nino Schurter, il che ti rende l’uscita ancor più gaudente.

Gianni, da buon seguace di Epicuro per stile di vita ciclistico ed di Mr. Spock per il suo incessante procedere nell’esplorazione della tecnologia elettronica, iniziò dal primo assaggio della Turbo Levo FSR a sondare come la Voyager 2 il sistema che permetteva la personalizzazione tramite Mission Control. La possibilità di entrare tramite un’applicazione nel firmware che con la gestione del motore, che stava nella batteria, tramite Bluetooth, dava un vantaggio innegabile rispetto alla concorrenza del periodo che come ho già scritto ma lo ribadisco, volutamente evitava di lasciare al biker la scelta dei parametri di settaggio offrendo quattro o più livelli per rendere fruibile a tutti dai più dotati ai meno fortunati possessori di watt naturali l’uso della E-Bike. Infrangere le regole sembra proprio che sia un dono di cui gli umani (Italici in articolare) non possano fare a meno: parallelamente allo sviluppo della gestione motore delle E-Bikes arrivarono sul mercato i primi chips per alienare il limite orario imposto a 25 km orari, cosicché le unità potessero spingersi ben oltre fin tanto che la gamba lo concedesse, perché se di base il wattaggio del Biker è basso alte velocità non potrà raggiungerle. Non c’è timore alcuno nell’ammettere che nel nome della conoscenza che un Jedi come Gianni debba avere come bagaglio, abbia provato anche questi sblocchi della velocità che a conti fatti non portavano a nessun vantaggio, visto che l’attività era sui sentieri e come sia ben chiaro ogni modifica apportata alla E-Bike che ha una fiche di omologazione, inficia la garanzia del prodotto stesso.

Quindi se decidiamo di giocare tirando fuori gli assi dalla tunica come Ian Solo durante una partita di “Poker Galactic” in una bettola di Mos Eisley dobbiamo sapere che il rischio di problemi di navigazione potremmo averli pur essendo dei buoni piloti interstellari. Avendo solo una galassia con una rotta tracciata da esplorare, l’uso di interfacciarsi con gestori del Bluetooth per sondare il firmware divenne abbastanza comune per i piloti esperti e come sempre accade ovvero la giunzione di fattori puramente casuali unita ad un probabile errore di funzionamento di sistema fece notare che scendendo sotto il limite minimo imposto da Mission Control del 20% della corrente motore, la curva di reattività sull’asse cartesiano si impennava come il salto nell’iperspazio. Così una serie di sistemi si aprirono alla scoperta, un po’ come quando le stelle ed i pianeti nani ti compaiono sul pannello di controllo dell’Enterprise: dedicare una missione era d’obbligo.

Intanto un altro colosso si era affacciato sulla Via Lattea, gli alieni con gli occhi a mandorla di Shimano avevano presentato un serio concorrente al progetto Specialized, l’unità Steps E-8000 che si differenziava per avere il firmware nel motore e non nella batteria e tre livelli con un settaggio variabile di assistenza. I popoli delle Galassie E-Bike sono ognuno diverso dall’altro e spesso non riusciamo a comprendere per quale motivo il linguaggio sia così rigidamente costruito: l’unità E-8000 è ritenuta robusta, affidabile con prestazioni generose ma con una gestione dell’assistenza che dotata di spirito bizzarro mi sembra suonare come una sviolinata. Mentre attraverso l’applicazione nativa E-Tube, Trail e Boost potevano essere impostati su tre livelli di potenza erogata, il livello Eco era bloccato (oggi questa lacuna è stata colmata anche da E-Tube). Visto che nessuna Galassia è inesplorabile un gruppo di piloti commerciali dell’Impero di Klingon decisero di farlo: poter aprire nuove rotte non era poi male avrebbero potuto migliorare la già ottima base e soprattutto renderla così personale che un sistema solare non sarebbe bastato per contenerle tutte. Si erano create delle dimensioni parallele che offrivano ai nostri E-Bikers intergalattici strumenti molto interessanti per potersi esprimere al meglio nell’immensità di questo universo, ormai si andava alla ricerca di una immediatezza di reazione che sfiorasse la velocità della luce.

Ma dopo essersi ritirati su Vulcano pianeta nativo di Mr. Spock a praticare con lui la disciplina del Kolinahr, l’equipaggio di USS Specialized durante la navigazione concepì un nuovo firmware legato all’unità 2.1 Mag che aveva sostituito la ormai obsoleta 1.3 declassata a nave da trasporto. La nuova unità aveva dalla sua una gestione simile alla corrente 0, avevano conglobato i benefici rendendo ostico e a lungo tempo impossibile entrare nel sistema solare OVER25KM. Sempre per ottemperare le ordinanze del consiglio intergalattico che da sempre cercava di mettere ordine nei comportamenti non legali degli E-Bikers, regalando al tempo stesso un acceleratore di particelle che permetteva un avvicinamento più rapido all’iperspazio. Che lo avessero fatto consapevolmente o meno all’inizio lo Shuttle Mode era un settaggio che sembrava fosse come la misteriosa entità V’ger, a lungo molti E-bikers non ne appresero la conoscenza, a Gianni sembrava di parlare un altra lingua quando lo spiegava senza iniziazione alcuna a tutti, manco fosse su Mars Sol IV pianeta gemello della terra sovrastato dal fracasso del vasto impianto di costruzione navale di Utopia Planitia tanto da ricevere da degli stolti utenti anche ingenerosi insulti !!! Ma tanto era : non tutti possono comprendere … anzi !!!

Così ripresero i viaggi e le esplorazioni sui pianeti, tutto si avvicinava sempre di più all’antimateria pronti ad una nuova annichilazione, qualcuno dei Pirati di Orione che stava navigando ai margini tra un sistema solare ed un altro decise che forse era arrivato il momento di dare un controllo non solo attraverso i software che fino a quel momento avevano avuto per convenienza di rilascio un prezzo inferiore di una pinta di Birra Romulana notoriamente illegale ma nella costruzione di un hardware dedicato che sostituisse la TCU concepita dall’equipaggio della USS Specialized, che fosse un vero acceleratore di particelle che trasformasse l’unità in un Siluro Fotonico. Gianni in uno dei suoi viaggi da internauta incontrò il capo dei pirati di Orione che gli propose di provare il prodotto visto il suo continuo peregrinare alla ricerca di conoscenza tecnologica. La navicella Adamo dopo poche ere interspaziali atterrò nell’hangar dell’astronave Pro-M108, dove fu esaminato, studiato e stressato in tutte le sue funzionalità. Il Capitano Gianni lo elevò a ragione il sistema più avanzato per gestire l’unità 2.1MAG ad oggi: ma essendo un prodotto che va a contrastare la regola dell’integrità del mezzo la garanzia da parte del costruttore non viene riconosciuta in caso di applicazione. Se però hai lo spirito da E-Biker intergalattico sai che qualche rischio lo dovrai pur prendere se vorrai inebriarti sulle montagne del pianeta Miri, un mondo straordinario replica quasi esatta della terra dedicata solo alla E-Bike.

Pro-Meide – Libro IV – Trust me! It’s a message to you guys

25 Mar 2020

Libro IV – Cap. IX

Trust me! It’s a Message to you guys

Se Gianni avesse cercato un buon motivo per avere un contraddittorio sulla pagina Facebook non avrebbe potuto trovare di meglio di presentare un innovativo sistema di sospensione anteriore che come tutto ciò che guarda al futuro taglia i canapi che sorreggono gli esili ponti Tibetani del passato. Ci sono alcuni campi nell’ingegneria meccanica legata al ciclo nei quali l’innovazione tecnologica annaspa, sta lì come un naufrago a pelo d’acqua respirando a fatica e un onda sollevata da un vento contrario la farebbe finire sotto affogandola: il cambio per esempio pur quanto evolutosi fin ai dodici rapporti, il comando senza cavo non offre nulla di più di un evoluzione di un sistema che utilizziamo da quasi un secolo. Tanto per fare un esempio calzante, sarebbe come se invece di utilizzare una autovettura con un cambio elettronico a 7 marce e propulsione ibrida, sareste costretti ad un quattro marce con tanto di doppietta tra la prima e la seconda di una 2CV auto da me adorata per il periodo in cui la guidai, ma oggi la lascio volentieri alle rievocazioni storiche, autoradio Stereo 8 Voxon inclusa.

Identico discorso lo possiamo fare per la sospensione anteriore sulle MTB, che non si distacca dall’uso della forcella telescopica di derivazione motociclistica da quando RockShox presento la RS-1: il genere Homo Pedalantis Luridus, da non confondere con il più diffuso Homo Pedalantis Lycratus, che potete trovare in sciami fastidiosi come vespe lungo le sponde dei laghi, seni, golfi e passi alpini inguainati in un “Mise en Velò” che potrebbe provocare dei conati ad un discromatico durante i fine settimana e non solo, non vivesse di visioni di alcuni lisergici sperimentatori sarebbe ancora con le ruote da 26 pollici, i manubri larghi 580 mm ed i freni cantilever rischiando dei dritti accompagnato dalle fiamme generate dallo strenuo sfregamento dei pattini sui cerchi ogni infido tornante emettendo urla spaventose che altro non erano gentili invocazioni ad ogni sorta di santo protettore che non aveva svolto il suo lavoro. Per quelli come Gianni che hanno iniziato a procurarsi escoriazioni e fratture nel paleolitico della MTB dove ogni scoperta tecnologica era accompagnata da un sicuro indice di rischio dato che era essenzialmente un azzardo non solo meccanico, ogni innovazione era un momento di confronto, una sfida per portare più in alto l’asticella della conoscenza tecnologica con tutte le sue implicazioni prima tra tutte il migliorare l’aspetto ludico evitando così un passaggio in Pronto Soccorso.

In MTB ci cimentiamo perché ci fa stare bene ci fa sentire dei piccoli o grandi (al di là della statura, razza, sesso o religione) esploratori del limite. Quindi freni a disco, gomme, reggisella telescopici, salsicciotti a protezione dei cerchi, geometrie innovative, cambi wireless e sospensioni hanno evoluto il nostro mezzo dando ragione a Darwin alla faccia dei creazionisti, facendoci sentire i limiti sempre più lontani e facendo di noi dei moderni centauri esasperando i pregi ed i difetti del HPLPS ( Homo Pedalantis Luridus Pseudo Sapiens). Ammortizzatori con piattaforme stabili si sono accoppiati con cinematismi complessi sospensivi dei carri: si sono generate tipologie più o meno efficaci e più o meno gradite dai Bikers che come sempre si dividono in fazioni dove si arroccano su posizioni difensive a tutela delle convinzioni ma avendo in questi anni avuto un fiorire di soluzioni, la contrapposizione pura e dura all’uno od all’altro sistema è andata scemando visto che come sempre gli eventuali difetti sono polverizzati dagli ammortizzatori sempre più efficaci.

Ma all’anteriore, come accennato, detta legge la forcella telescopica: ottimi prodotti spesso ma non volentieri, che hanno ad oggi sposato i carri posteriori alla ricerca della miglior sintonia, tutto questo fino ad Ottobre 2018, mese nel quale venne presentata al cosmo della MTB da Trust Performance il loro primo sistema sospensivo anteriore a leveraggi: era nato The Message.
Tutto é cambiato da quando uno dei grandi pensatori dell’Olimpo dei progettisti l’ingegnere meccanico Dave Weagle padre del DW-Link, di Delta e di Split Pivot tanto per citarne alcuni, era tormentato da tempo da una domanda più che lecita: “perché le sospensioni che ho avuto o progettato su moto o bici sono sempre risultate migliori rispetto alle forcelle? Che cosa accadrebbe se progettassi un dispositivo che aumentasse la stabilità dell’avantreno durante la guida piuttosto che diminuirlo? La guida sarà migliore oppure peggiore? Magari non cambierà nulla.” Dopo aver costruito diversi prototipi la prova scientifica aveva dato la risposta: ha generato una sistema di sospensione anteriore multi-link assai lontana dai quattro tubi che compongono le forcelle telescopiche con tutto il rispetto per il lavoro che svolgono per tutti i centauri che in noi vivono.

Così nel 2015 grazie a Hap Seliga former CEO di Competive Cycleclist, mail order di alta gamma del mercato Statunitense, Jason Schiers fondatore di Envee Composites uomo che di materiali sembra abbia giusto un infarinatura visto i prodotti che ha concepito negli anni e il buon Dave in funzione di Direttore tecnico a Salt Lake City l’apertura di Trust Performance vide la luce. I visionari hanno da sempre fatto le innovazioni, in tutti i settori: se smanettiamo sullo schermo di un dispositivo tutti i minuti lo dobbiamo in gran parte a persone come Steve Jobs. Ma nel microcosmo della MTB prevale spesso un movimento conservatore, che non riesce ad accettare le innovazioni in modo analitico ma spesso solo dal punto estetico, rifiutando di aprirsi ad il nuovo: nella storia di Pro-M ci sono esempi eclatanti di cui ho scritto nei capitoli precedenti. Quindi il postulato di questa riflessione é: il bello non é bello ma bello é ciò che funziona e per la legge transitiva piace perché per fortuna non si tratta di onanismo fine a se stesso. Gianni era conscio che dopo vent’anni di battaglie legate al suo vivere visionario, questo era un ulteriore motivo per una disfida, normalmente è una gara tra studiosi ed accademici di merito acquisito che da lì a breve si sarebbe giocata su centinaia di tastiere infuocate dai giudizi dati in merito alla The Message. La possibilità di provarla sarebbe arrivata molto presto.

“Gianni ciao, senti mi sono arrivati da Trust Performance alcune cosette molto belle. So che ad uno come te non potrei mai negare la prima prova, vieni giù qui da me a Genova che andiamo a provarle.” Enrico G. che rappresenta in Italia Trust non aveva certo perso tempo appena arrivati i primi esemplari, sapeva che la telefonata avrebbe fatto mettere alla guida del furgone Gianni ancor prima di terminarla. Uno dei Milano-Genova più veloci che il furgone avesse memoria: questo é il primo degli effetti collaterali che la Trust Message fece su Gianni, avrebbe avuto la possibilità di provarla montata su una Focus Jam2 9.9 con un sistema sospensivo posteriore tra i migliori sul mercato, sui sentieri che scendono tra la macchia mediterranea del Monte Gazzo fino al mare. Il sistema The Message è strutturato in un bel monolite di carbonio di primo acchito incredibilmente rigido, di contro abbiamo un peso leggermente superiore (circa 90 gr.) nei confronti delle tradizionali telescopiche, ma non é invalidante. Una attenzione maggiore per la regolazione delle camere pneumatiche che sono il cuore del sistema: avendo una corsa di 35 mm che un rateo di 3,74 consente i 130,09 mm di escursione e che abbinato al carro della Focus Jam2 con 140 mm di pura efficienza, permetteva a Gianni di trovarsi alla guida di una trail bike a tutti gli effetti molto eclettica e dolcemente reattiva e precisa.

Si trovò immediatamente a suo agio, geometrie perfette e quindi si lanciò giù dai sentieri notoriamente infidi e rocciosi dell’entroterra Ligure, fidandosi ciecamente del mezzo e del sistema. Poche volte aveva trovato una sintonia così forte con una bicicletta e la sicurezza che il sistema The Message gli stava trasmettendo all’avantreno. Gianni era e rimane affascinato da questo sistema, al di là del discutibile giudizio estetico, nel lato pratico un carro sull’avantreno, un Giano Bifronte che lavora all’unisono con il retrotreno. Il sistema The Message lo portò ad un livello di confidenza con il terreno che nessuna telescopica può offrire. Il sentiero lo divora, come fosse una mantide religiosa, che prima lo corteggia e poi lo uccide. Il superamento degli ostacoli in salita é sconosciuto ai sistemi tradizionali, in discesa la velocità con la quale si esce in curva é siderale: riesce ad arrotondare l’ingresso permettendo di sfruttare la forza centripeta meglio di M.M. sulla sua Honda, inanellando linee di pura estetica: questa é la bellezza della velocità…

La sicurezza che il sistema trasmetteva a Gianni é dovuta al fatto che non cambia mai l’angolo di sterzo poiché non affonda e di conseguenza il ripido é molto ma molto meno ripido, sembra un ossimoro ma é la pura ed evidente verità: gli aveva stampato un sorriso che conserva anche ora quando la nomina. La velocità meccanica con la quale risponde é accompagnata da una precisione che ti fa pensare a quanto “passatiste” sono le forcelle telescopiche. Le prestazioni del sistema The Message consentono all’avantreno di cogliere e mettere a disposizione i benefici di cui le geometrie delle sospensioni posteriori hanno fatto godere ai Bikers. In frenata non si scompone, non ha flessioni e ti permette di spingere il limite più avanti, considerando che era alla sua prima uscita su percorsi a lui sconosciuti, ha sminuzzato ed annichilito ogni asperità. I pensieri che coinvolgevano Gianni durante quella giornata sono il distico elegiaco delle sospensioni anteriori.

A fine giornata di prove il fuoco sacro si era acceso ed ora sapeva benissimo che far comprendere a quelli che si sarebbero scagliati a colpi di tastiera senza la minima conoscenza del sistema in commenti di spessore sotto il micron, sarebbe stato un compito al limite del sovrumano, ma il diffondere una nuova tecnologia che avrebbe potuto cambiare il divertimento nella guida a dispetto di tutti quelli che davano un giudizio senza averla provata ed analizzata in tutta la sua interezza al di la dell’aspetto estetico che comunque si riassume in una questione di sguardi e nel riconoscere che la diversità porta ad un arricchimento della conoscenza per cui l’abitudine alla vista delle telescopiche le avevano rese belle agli occhi degli utilizzatori sarebbe scemata nel momento in cui si fossero stati in grado di vedere oltre un design ormai obsoleto.

Ma lo scoglio vero é il prezzo di acquisto che é più o meno il doppio di una telescopica di media gamma, essere un progetto innovativo è uno scotto che dobbiamo pagare, questo divide in realtà i detrattori dagli estimatori: é questione di “argent de poche” come tutto nel nostro mondo. I visionari innovatori ci consentono di continuare a giocare, sperando che l’industrializzazione renda il sogno alla portata di tutti. Ma il fato spesso mette un ostacolo alla realizzazione di un’impresa; ad Aprile di quest’anno la pandemia di Covid ha fatto sì che Trust Performance si ibernasse volontariamente in attesa di un pianeta migliore, e di un altro momento, su cui ricominciare: attendiamo da buoni adepti con Gianni il suo ritorno in Pro-M.
In Message we Trust !

Pro-Meide – Libro IV – 07/03/2020 – Quando il lockdown ebbe inizio

24 Mar 2020

Libro IV – Cap. X

07/03/2020
Quando il lockdown ebbe inizio

“Freak domani mi raccomando puntuale qui al 108, ore 8.00 senza più o meno si parte destinazione Rocchetta Belbo: obbiettivo provare la prima E-bike di Santa Cruz.” Mi tocca un viaggio della speranza, pensai ricevendo la chiamata di Gianni la sera di Venerdì. Nominare la provincia di Cuneo è come evocare il viaggio che Marco Polo descrisse nel Milione, siamo nella stessa regione ma i 170 Km. che ci separano sembrano miglia non chilometri e ti prepari psicologicamente come se dovessi attraversare le steppe aride del Uzbekistan. “Gianni, scusa un posto più vicino per provarla lo possiamo trovare nel raggio di 170 Km… e due ore e trenta di viaggio. Mi sembra di dover partire lungo la via della seta destinazione Samarkanda, con la differenza che qui c’è la via del sale e passi per Alba. Già per dopo domani pensavo di proporti un Breccanekka da Lavagna per iniziare “Il Prof.” alla sua nuova cavalcatura considerato che è un mese che si lamenta per tosse e raffreddore… Lo sappiamo ha un fisichino delicato… Rinuncia all’uscita di domani per essere in fulgida forma… Gli dovrai pure fare da professore esimio sul teorema Adamo ed i suoi corollari, ne consegue che un giro del tagliere sarebbe perfetto per provare la Heckler.” Lo confesso mi sono impigrito da quando vivo in una zona che offre tantissimo per il nostro gioco, muovermi mi rende un attimo restio.

“L’ho promesso a Franco M. che come ben sai è il Duca di Rocchetta Belbo, mi ha chiesto se avessi voglia di girare con Lui sui nuovi tracciati che ha preparato, della partita ci sarà anche Franco “The Boss” che verrà da Bergamo quindi saremmo noi tre. Come avrei potuto dire di no ad un invito così esplicito ad un giro guidato da una manetta old school sui suoi terreni? Sabato ore 7.45 Via Gallarate 108 Milano” “Franco ma come va lì a Bergamo? Sembra che la dichiarino zona rossa come Codogno… Sei fuggito in tempo per stare con noi, ti puoi sempre dichiarare esule così te ne stai qui con noi.” Il sole scaldava già ed un vento che dalle alpi ci avvolgeva suadente mentre caricavamo le bimbe e le borse sul furgone. “Ma non carichi la bici? non sali con noi?” The Boss si allargò in un sorriso che sapeva di preoccupazione. “Vivo a pochi chilometri dal focolaio dell’infezione, meglio se stiamo a distanza, non si sa mai. Preferisco venire con la mia auto per il bene di tutti.”

Così partimmo in carovana destinazione alta langa, avremmo parcheggiato nella piazza della nostra Samarkanda dopo un paio di deviazioni che come sempre il navigatore ci aveva fatto fare giusto per farci ammirare le distese infinite di alberi di nocciolo e le scoscese colline rinomate da secoli per le viti, alla fine non erano poi male quelle 355 curve che ci separavano da Rocchetta, la provincia granda ti si rimbocca come se fosse un enorme trapunta quando inizi a metterci il naso. Ore 11.30 circa, P.zza della Libertà Rocchetta Belbo. I 167 abitanti stavano ancora sonnecchiosi dietro le persiane socchiuse a spiare i foresti che cambiavano di abbigliamento con le natiche all’aria, un diversivo nella tranquillità marmorea del paese adagiato su colline dai fianchi affilati.
Franco M. era già lì ad aspettarci con al suo fianco suo figlio Ivan quasi quattordicenne, la nuova generazione che avanza, in sella ad una Cannondale Habit arancione invidia ovviamente allestita da suo padre con piccole modifiche: concessione fatta alla passione, tirata a lucido come la voglia che i suoi occhi trasmettevano. “Vedi questo signore è della mia stessa classe, Gianni è vecchio e non lo consideriamo poi mi gira con quella bici “Gialla – non puoi non notarmi – da supergiovane”. Franco che ho appena conosciuto, non lo conoscevo ma mi sembra l’unico un poco più giovane di noi.”

Franco M. è stato uno dei primi in Italia a dedicarsi alla DH provenendo anche lui come la maggior parte dei pionieri dalla moto fuoristrada: mi ricordo di lui in occasione di un campionato italiano che si svolse a Valtorta in Val Brembana dove prese una facciata che lo rese fratello gemello di Rocky Balboa dopo l’incontro con Apollo Creed perché quando si picchia, bisogna picchiare forte.
Guardando le colline non si percepisce dove avesse tracciato le linee di discesa, Gianni aveva ribadito alle mie insistenti domande sui percorsi che erano molto divertenti e vari, perfetti per provare la Heckler. La piazza si era riempita di Bikers era arrivata l’ora per Gianni di mettersi al lavoro, la Giallona sembrava promettere bene già dai primi metri: questa era una di quelle occasioni che sarebbero state segnate sul calendario come quelle da ripetere dove ci saremmo goduti linee nuove fuori dai nostri soliti campi prova ed il privilegio di avere Franco nel ruolo di Virgilio per non farci perdere nella selva. L’andatura era decisamente rilassata e come giusto fosse, l’unico baldanzoso era Ivan che sempre sui pedali tentava un timido allungo lungo le rampe che ci avrebbero portato alla partenza della PS di San Bovo, prontamente redarguito bonariamente da suo padre Franco che, lo vedevo, trasudava soddisfazione dal fatto di averlo lì con noi.
Tre 27,5′ e due 29′ così eravamo in gruppo con The Boss che aveva pure Adamo dalla sua, salivamo chiacchierando senza forzare: il divertimento non sta certo nello sputare i polmoni su una salita che l’ultima asfaltatura l’aveva vista tredici anni addietro per la prima edizione della Granfondo Alta Langa.

Il giro costruito da Franco aveva la bellezza di un opera Rossiniana: lungo la salita avevamo accordato gli strumenti ed ora, finito l’asfalto, ci attendeva l’inizio dell’Overture del San Bovo degna rivale della Gazza Ladra dove quel rullo di tamburi che altro non sono il mulinare delle nostre gambe all’attacco della discesa e l nostro inseguirci alternandoci tra una frenata e un rilancio riproponevano il crescendo dei violini e dei fiati cambiando il ritmo sotto la spinta degli ottavini che il tono acuto mi ricordano la bella adolescenza di Ivan. Franco M. agitava elegante la sua Moterra su ogni ostacolo come fosse la bacchetta del direttore d’orchestra e noi lo seguivamo senza sbavature su uno spartito immaginario in un concerto senza aver fatto alcuna prova. Franco The Boss ai timpani dava dei sonori colpi di pedale per ricordarci i cambi e Gianni rullò la chiusura tra gli applausi di noi orchestrali rapiti da quel crescendo. La parte recitata venne espletata lungo la seconda salita dell’opera quella che ci avrebbe condotto a Sant’Elena che per fortuna non era remota come l’isola prigione di Napoleone Bonaparte: il III tempo della sinfonia No.3 “Eroica”. Scherzo.

Allegro vivace di Ludwig Van Beethoven sarebbe andata in onda sulla seconda discesa del giorno. Gianni nel ruolo di primo Violino aprì al gruppo d’archi guidati da Franco The Boss con la decisa direzione di Franco M. che dopo aver scherzato nel primo tratto involandosi lanciando la bacchetta aveva dato il là al pizzicato che Ivan stava facendo saltellando da un tornante all’altro. Io proseguivo con cupi rintocchi di tamburi per rimettere in armonia l’orchestra che si stava perdendo in virtuosismi inebriati dal teatro nel quale stavamo pedalando. Ci trovammo nell’allegro vivace delle ultime curve con Gianni che sembrava avesse un Guarneri del Gesù al posto della gialla Heckler o forse lo era sotto mentite spoglie. Ci sentivamo come se avessimo pedalato da sempre su quella linea tanto armonica che tutto fluiva come se ne fossimo accompagnati dalla composizione delle viole e dei violoncelli alla fine del III tempo. Ma non si poteva smettere questo concerto ci attendeva la salita al Bricco del Diavolo che avremmo pedalato come un quintetto d’archi suona il Corale di Bach con un andante lento catartico visto chi ci aspettava il cima per inseguirci sulla discesa, la salita aveva aspetti di puro virtuosismo nel superare un single track soprattutto appena prima di una vecchia Simca abbandonata tra gli alberi; ci aspettava dopo aver goduto di una vista prorompente sulle alpi la discesa su una linea che Franco aveva battezzato “The Devil” ed allora quale opera lo rappresenta meglio se non Il Trillo del Diavolo di Giuseppe Tartini?

Per poter godere della discesa offerta da “The Devil” bisogna dare fondo a tutto l’arte del condurre che Yehudi Menuhin metteva nel far scivolare le dita nell’eseguirlo al violino. Il Diavolo è tentatore e cerca di ingannarti spingendoti a credere che non saresti in grado di batterlo. Iniziammo con un allegro assai guidato da uno scatto in avanti di Franco che iniziava ad ammaliare il sentiero stuzzicandolo con un paio di giochetti che anticipavano il trillo che avrebbe steso Devil, con noi dietro a dar man forte quasi fossi al clavicembalo, ma gli archi spingevano forte e nessuno di noi si lasciava intimorire dal piede caprino che cercava di farti lo sgambetto. Dopo un tratto di andante ben suonato all’unisono ci trovammo ad affrontare un tempo Presto dove The Boss si esaltò e Gianni prese a volare sulle corde della sua Heckler. Concludemmo con un allegro con brio sotto la direzione soddisfatta di Franco gli applausi erano scroscianti ci saremmo festeggiati nell’unico ristoro di Rocchetta, l’osteria da Ernesto alias Grillo per il suo ricordare nelle fattezze un noto ex comico: lascio a voi trarre le conclusioni sul pranzo essendo in alta langa. Se chiedersi il perché fare 170 km ne avete ben due di ottime ragioni.

Gianni ebbe tutti i riscontri che chiedeva per poter dare un giudizio sulla Santa Cruz Heckler, io posso solo fare i complimenti al cuoco ed al direttore d’orchestra. Ci salutammo con la promessa di vederci presto magari da me per un giro “creativo” che sono un po’ come trasposizione per una banda di ottoni di Penny Lane dei Beatles, il giorno dopo ci attendeva un viaggio che non ci sarebbe mai stato. A mezzanotte la situazione dell’epidemia era diventata troppo grave e di conseguenza non ci saremmo più mossi fino a quando la situazione non sarebbe migliorata il lockdown avrebbe steso un pietoso velo sulle nostre attività ludiche e non solo quelle.

Sono passati 44 giorni da quando comunicai a Gianni di quest’idea: volevo scrivere 23 anni di Pro-M e altrettanti di nostra amicizia, raccontando quello che abbiamo avuto la fortuna di condividere a causa di un ammortizzatore scoppiato. Ho pensato a 40 capitoli divisi in 4 libri per esorcizzare la quarantena, per poter rivivere attraverso il racconto di quegli anni con momenti che ci hanno aiutato a sognare, ricordare e guardare avanti sapendo che sarebbe arrivato il giorno per tornare in sella.

Come tutti i racconti epici la Pro-Meide non ha una fine, continuerà nel tempo: qualcuno prenderà il nostro posto e noi ci troveremo un giorno, che ci auguriamo molto lontano, perché abbiamo ancora un sacco di lavoro arretrato da portare avanti (citazione di Gianni ovviamente), nel Valhalla e nella maestosa ed enorme sala con tutte le migliori biciclette appese al soffitto situata nel mondo dell’aldilà, frequentata da tutti coloro che continueranno a perdersi nei boschi ultraterreni.

To be continued…

P.S.
Grazie a tutti coloro che hanno fatto parte di questa epopea e che continueranno ad esserci.
Oggi si chiude la quarantena.

Santa Cruz Heckler CC : un’ uscita non fa primavera ma …

12 Mar 2020

La scorsa settimana abbiamo finalmente ricevuto la “nostra” Santa Cruz Heckler CC AXS : la prima E-Mtb del prestigioso marchio Californiano . Dato che l’ arrivo della Heckler è stato preceduto da 1000 discussioni sulla bontà del progetto , sulla bontà del motore , sulla batteria troppo piccola , sul prezzo troppo elevato e chi più ne ha più ne metta … ero veramente curioso di provarla ! Non ero prevenuto perchè l’ esperienza accumulata ormai non mi permette più di essere prevenuto viste le tante cantonate che ho preso giudicando i nuovi prodotti solo sulla carta o sui freddi numeri 🙂

Purtroppo poi l’ emergenza coronavirus , che sta colpendo in particolare la nostra zona , non mi ha permesso di fare molto con la Heckler e quindi questo mio scritto non vuole essere ne un “first ride” completo ne tantomeno una prova vera e propria ! Sono semplicemente delle primissime impressioni maturate in una cinquantina di chilometri effettuati in due uscite : la prima sulle PS di Rocchetta Belbo (CN) guidato dall’ amico e tracciatore della zona Franco Monchiero – che ovviamente ringrazio per il bellissimo giro e per il lavoro svolto – e la seconda nei parchi Milanesi nella prima Domenica dell’ allerta coronavirus .

 

Arriviamo a Rocchetta Belbo e tiriamo giù la “bimba” dal furgone : tutti concordiamo che è bellissima e molto leggera anche solo alzandola . Iniziamo il giro e il motore Steps E-8000 , che del resto già conosciamo , si rivela ancora una volta tra i più rumorosi attualmente sul mercato . Però è anche molto fluido e , una volta bel regolato nelle varie assitenze con l’ APP originale , anche abbastanza parsimonioso : alla fine faremo circa 26 chilometri con più di 1100 mt+ e la terza tacca su cinque disponibili si è spenta solo nell’ ultimo chilometro . La batteria da 504 Wh per un uso normale basta e avanza : primo dubbio di alcuni già superato !!!

Riguardo alla spinta è , come già sapevamo , molto buona e sappiamo anche come poter migliorarla ancora tramite un tuning più fine e dettagliato tanto da non dover invidiare altre unità più recenti 🙂 Questo è il vantaggio di avere un motore ben conosciuto e molto affidabile : secondo dubbio superato !!!

Iniziamo la prima PS e subito mi rendo conto che la sospensione posteriore VPP della Heckler è già pressochè perfetta alla prima taratura mentre la forcella anteriore è troppo morbida : un budino . Ovviamente non ho nulla con me ma Franco mi presta la sua pompetta alta pressione e inizio ad aggiungere altri 10 Psi alla Fox 36 . Risaliamo verso un’ altra PS e la forcella va un filino meglio ma adesso bisognerà intervenire anche sul rebound e le compressioni . La sospensione VPP posteriore invece è veramente perfetta e il carro lavora alla grandissima sia in salita che in discesa già in questa prima uscita e con il setting fatto in officina !!!

Altra risalita e altra PS (la più nuova e bella !) molto ripida e tortuosa dove ancora una volta apprezziamo quella che all’ inizio sembrava solo un’ impressione : la Heckler è leggerissima nella conduzione e gira veramente in un non nulla !!! Insomma è veramente una Santa Cruz in tutto e per tutto con una guidabilità che ricorda tantissimo la ormai mitica Bronson .

Ringraziamo Franco e torniamo a Milano dove ricaricheremo la batteria dato che il giorno successivo dovremmo raggiungere Sestri Levante per un secondo giro Enduro sulle ormai arcinote discese di Sant’ Anna e Mimose . Purtroppo nella notte tra Sabato e Domenica la Lombardia viene bloccata dal decreto di prevenzione coronavirus e quindi il secondo giro non può essere effettuato come volevamo . Non resta che controllare per bene le tarature della forcella e fare un giretto di più di 30 chilometri nei parchi attorno alla Pro-M qui a MIlano dove possiamo comunque constatare che il lavoro fatto sulla Fox 36 inizia a farci sembrare la Heckler ben “accordata” e bilanciata .

 

In conclusione possiamo solo dire che la Heckler è molto bella, ben realizzata e molto leggera tanto da ricordarmi e forse in questo ambito migliorare la Pivot Shuttle da 27,5″ che abbiamo considerato una delle migliori E-Bike mai provate ! A livello di handling è agilissima – forse come nessun altra – grazie a geometrie azzeccate e alle ruote da 27,5″, ma anche molto precisa e rigida come solo una Santa Cruz può essere !!! A questo punto è ancora presto per dire se sono più gli svantaggi o i vantaggi una volta saliti su questa Heckler … però posso dire che probabilmente si guida come poche altre 🙂

Speriamo la situazione migliori al più presto e ci riserviamo di scrivere quanto prima altre impressioni più dettagliate dopo che avremo percorso altri chilometri in sella alla “bimba” che al momento riposa in attesa di tempi migliori …

Sono certo che ce la faremo tutti insieme !!! Per il momento #iorestoacasa

Il trait d’ union tra le MTB tradizionali e le E-Mtb : la Specialized Levo SL

04 Feb 2020

Specialized Levo SL : se ne parla da tempo e finalmente in data 02-03/02/2020 Specialized Italia organizza un meeting con i propri Dealers per una presentazione / test MTB . Sarà la Levo SL ?  Si , è proprio Lei : il trait d’ union tra il mondo delle MTB tradizionali e le E-MTB odierne o , se volete , lo stato dell’ arte della E-MTB attualmente sul mercato !

Mi presento al meeting di Specialized visibilmente eccitato e finalmente la vedo : è bellissima e pesa solo Kg. 17,350.- nella versione al top della gamma ma anche e solo Kg. 19,900.- nella versione base in alluminio !!! La gamma è composta da 4 modelli : S-Works, Expert carbon, Comp carbon e Comp alu . Tutti montano il nuovissimo sistema motore/batteria Specialized già visto sulle Creo SL dello scorso anno con 240 W di potenza e batteria da 320 WH più eventuali range extender da 160 Wh . Per maggiori informazioni e dettagli Vi rimando comunque alla scheda tecnica sul sito  https://www.specialized.com/it/it/electric-bikes  che da domani mattina riporterà tutte le caratteristiche del prodotto .

Ma veniamo subito al test organizzato dai ragazzi di Specialized Italia in maniera impeccabile e che qui ringraziamo vivamente per il supporto e la disponibilità dimostrataci ! Non Vi nascondo che , come spesso mi accade , inizialmente ho dovuto pensare non poco al prodotto per tentare di capire come si posizionasse nel futuro mercato ma tutti i dubbi sono spariti man mano che andavo avanti nel test sul campo ! Il motore è più fiacco se paragonato al motore Specialized 2.1 della Levo Gen2 che comunque rimane in produzione e affianca la Levo SL e del resto era facile ed evidente prevedere ciò 🙂 Una volta salito in sella però i bassissimi consumi e il bassissimo peso (tutti i modelli pesano mediamente 4 Kg. in meno dell’ equivalente modello Levo Gen2) mi hanno comunque permesso di salire in ogni dove utilizzando ovviamente di più assistenza e cambio posteriore . Si , bisogna saper usare bene e molto di più il cambio per permettere al motore di funzionare il maniera ottimale con RPM tra le 70 e le 80 rotazioni che , del resto , sono quelle che normalmente utilizzo quando esco in E-Bike . Insomma una E-MTB che assomiglia sempre più a una tradizionale MTB anche nel modo di utilizzo !

Una volta in cima si scattano le usuali foto di rito e si comincia a scendere : impressionante il livello raggiunto dalla nuova forcella Fox 34 in termini di giudabilità e rigidità se confrontata con le serie precedenti della stessa unità . L’ insieme poi è parecchio leggero e maneggievole e scendere diventa più simile all’ utilizzo di una Stumpjumper tradizionale : ci si diverte non poco ! Insomma buonissima in salita , se si utilizza il livello assistenza Turbo , e ottima in discesa ! I bassissimi consumi poi (ho percorso più di 20 Km con 710 Mt+ quasi costantemente in Turbo consumando solo 7 tacche sulle 15 disponibili in totale) e la possibilità di usare più range extender durante la giornata aprono alla mia “mente malata” immaginari scenari e tour da più giorni sulle montagne di tutto il pianeta !

Insomma ancora una volta sono arrivato al meeting con molti dubbi prontamente fugati dagli ingegneri del Marchio Californiano : la Levo SL è bellissima (la miglior integrazione sul mercato) , piccolissima e leggerissima ! Si guida molto bene e sale / scende in ogni dove se si ha l’ accortezza di imparare ad usare con intelligenza cambio e assitenze . La versatilità data dal poter usare più range extender la rende praticamente una E-MTB universale e adatta ad ogni uscita trail dato che non è certo un prodotto gravity oriented .

A chi è destinata e se andrà a sostituire altre E-MTB del mercato lo sapremo solo vivendolo e in base alle risultanze commerciali che il mercato ci darà ma comunque vada mi sento di dire che gli ingegneri di Specialized ci hanno azzeccato ancora una volta e ci hanno regalato un prodotto sicuramente unico sul mercato attuale !!!

Il mondo e lo sviluppo delle E-MTB va avanti veloce e inarrestabile e aspettiamo ora il prossimo “giro di giostra” che sicuramente non mancherà di stupirci ed emozionarci ancora una volta come ha fatto oggi la piccolissima, leggerissima e bellisssima Levo SL 🙂

Quello che è certo è che per il momento Specialized , con i suoi modelli Turbo , guida “il gruppo” e gli altri stanno ancora inseguendo … Brava Specialized !!!

 

Long ride test Focus Jam2 Nine 6.8

27 Gen 2020

A metà Luglio ci era stata fatta vedere, insieme al resto della gamma 2020, e ci era stata promessa in consegna entro i primi di Settembre . Sfortunatamente però la consegna è poi realmente avvenuta solo nei mesi successivi e quindi la tanto attesa prova della nuova Jam2 Nine – qui nella versione 6.8 – con il nuovo motore Bosch CX Gen4 è poi slittata nel tempo sino a questo ultimo mese di Gennaio 2020 .

Controllando l’ equipaggiamento di serie (se volete verificare il montaggio e quant’altro Vi rimandiamo alla scheda tecnica del sito : (https://www.focusitaliagroup.it/it/focus/e-mountain-jam2/jam2/jam2-6-8-nine-blue-granit-di/2020/) abbiamo preferito sostituire la pur ottima Fox 34 con una forcella Ohlins RXF 36 da 160 mm di escursione e ritenendo le gomme Maxxis Rekon 2.6 Dual Exo TR sin troppo scorrevoli, ma poco adatte a questo periodo dell’ anno, le abbiamo sostituite con delle gomme 29 x 2.6 di Specialized e più precisamente la HillBilly all’ anteriore (consideriamo la HillBilly la miglior gomma anteriore per il periodo invernale) e la Eliminator al posteriore, ambedue in carcassa black diamond. Ovviamente non possiamo non montare gli immancabili salsicciotti / inserti all’ interno degli pneumatici . Questo tipo di upgrade ci permetterà anche di dare un giudizio più obbiettivo sul mezzo dato che moltissime delle nostre prove vengono normalmente effettuate usando questi pneumatici e inserti che consideriamo ormai quasi indispensabili per ottenere una guida confortevole e più sicura .

 

Estetica : come per tutte le E-Bike di Focus anche questa Jam2 Nine mantiene il solito piacevolissimo “family feeling” e , nonostante la batteria molto più capace delle precedenti versioni , il tubo obliquo è ancora molto piccolo e ben proporzionato . La linea è slanciata e minimalista , mentre il colore opaco “blue granit” che assomiglia ad un azzurro carta da zucchero la fa apparire ancor più piccola rendendola anche bellissima all’ occhio !

Posizione di guida : appoggi corretti e dimensioni abastanza contenute ne fanno una E-Bike molto versatile e facile da condurre . Certo non siamo in presenza di una geometria “race” ma questo è sicuramente un bene perchè permette di allargare l’ utilizzo di questa E-Mtb ad una più ampia fascia di Utenza .

Sospensioni : le due unità ammortizzanti da 160 mm all’ anteriore e 150 mm al posteriore fanno egregiamente il loro lavoro e mai abbiamo avuto l’ impressione di avere bisogno di meglio . Copiano tutto ciò che passa sotto le ruote mantenendo sempre una conducibilità e una trazione da riferimento con una grande facilità di guida e maneggievolezza . Solo nell’ uso più gravity (bike park) necessitano di aver una taratura ad hoc delle molle ad aria per evitare spiacevoli fondi corsa .

Salita scorrevole : il nuovo Bosch CX Gen4 – già più volte utilizzato da noi , anche su altri modelli di E-Bike , ci ha confermato in toto la sua ottima spinta e la sua grande autonomia . Come già più volte detto l’ utilizzo della modalità Tour permette di affrontare all’ incirca il 95% dei percorsi in salita nell’ uso escursionistico e i successivi livelli E-Mtb o Turbo vengono usati raramente e solo in condizioni più difficili . L’ uso dell’ assitenza Eco invece permette percorrenze veramente notevoli e soprattutto grazie al fatto che il motore non mura mai nemmeno alle cadenze più elevate è sempre e comunque possibile salire ovunque mettendoci un po più di gamba . Veramente un gran motore che oltre tutto ad oggi , dopo più di 6 mesi dalla sua commercializzazione , non ha ancora dato nessun problema di assistenza o affidabilità !!!

Salita tecnica : una trazione che personalmente considero tra le più efficienti , l’ ottimo motore molto fruibile e l’ utilizzo degli immancabili “salsicciotti” , con conseguente utilizzo di pressioni più basse , fanno salire la Jam2 in ogni dove anche su percorsi trialistici e molto impegnativi .

 Single-track : le ruotone da 29″ vengono ben “digerite” da una geometria ben equilibrata e sincera che permette di salire o scendere a velocità di tutto rispetto per una E-Mtb che risulta anche facilissima nei cambi di direzione .

Discesa scorrevole e fluida (veloce) : sul veloce la rigidità dell’ assime aiuta non poco e si possono tenere ottime velocità di percorrenza senza però avere tra le mani una macchina complesssa e difficile da condurre , per noi comuni mortali , come sono oggi alcune realizzazzioni ben più aggresive come geometrie .

Discesa tecnica e stretta : la geometria molto equilibrata permette alla Jam2 Nine una piacevolissima conduzione anche sullo stretto, molto migliore di altre realizzazioni con ruote da 29″ . L’ unico vero limite viene dalla mancanza di una protezione sotto al motore che sarebbe auspicabile al più presto . Il movimento comunque non è così basso , come in altre realizzazioni , e quindi la possibilità di toccare i carter motore è poi praticamente molto limitata .

Frenata : i freni Shimano BR-MT520 svolgono egregiamente il loro lavoro – come del resto quasi tutti i freni della gamma Shimano – e mai abbiamo avuto la necessità o la sensazione di rimpiangere altri freni di costo magari superiore . Insomma adeguati all’ uso e con un’ ottima affidabilità generale .

Rigidità : da riferimento , come da sempre ci hanno abituati i Tecnici Tedeschi , grazie anche ad un sistema di sospensione molto ben realizzato e privo di torsioni sui leveraggi posti nella parte alta della sospensione . Bravi !

Dotazione :  sicuramente adeguata al prodotto e con un ottimo rapporto qualità / prezzo . Nuovo gruppo Shimano XT a 12 velocita , freni Shimano già citati sopra, ruote con mozzi Focus by Novatec e cerchi Race Face di ottima fattura , sospensioni adeguate , reggisella telescopico , manubrio da 780 mm e interfaccia motore Bosch Kiox completano una dotazione regale !

Finiture : la Jam2 Nine è veramente ben finita e ben realizzata . Le uniche mancanze sono il già citato paracolpi sotto il motore e una protezione sulla parte verniciata dell’ obliquo sotto allo sportello della batteria che risulta molto esposta alle pietre e che comunque abbiamo realizzato in gomma paracolpi adesiva prima di inziare a usare la E-Mtb .

Valutazione rapporto qualità/prezzo : ottimo prezzo se rapportato all’ assemblaggio e alla guidabilità del prodotto . Comunque molto ben allineato sul mercato delle E-Mtb attualmente disponibili in Italia .

Note finali : se consideriamo l’ estrema maneggievolezza e facilità di guida della Jam2 Nine , il prezzo comunque molto interessante , l’ ottimo equipaggiamento generale e il magnifico motore Bosch CX Gen4 unito ad una batteria con grande autonomia e possibilità di percorrenza direi che tutti possono considerare la Jam2 Nine come una delle papabili candidate all’ acquisto di una E-Mtb allround per tutte le stagioni e che Vi concederà la possibilità di divertirVi come pochi in tutte le situazioni .

 

Detto questo vorrei aggiungere che è anche molto bella e quindi quando l’ appoggerete al di fuori di un rifugio considerate sempre che Vi verranno rivolte parecchie domande e complimenti dai soliti curiosi e dai frequentatori della montagana .

First ride Mondraker E-Crafty Carbon RR

13 Gen 2020

E’ stata presentata a Novembre 2018 come la E-MTB più leggera disponibile ad oggi sul mercato e in effetti la prima cosa che si nota sin dal primo colpo di pedale è la sua estrema leggerezza nella conduzione soprattutto nei tratti in salita e anche quando devi spingerla ahahahah

Per le impressioni generali Vi rimandiamo alla nostra prova della E-Crafty in alluminio – al seguente indirizzo https://www.pro-m.com/long-ride-test-mondraker-e-crafty-r/ – di cui è semplicemente la sorella in carbonio e che come detto pesa all’ incirca Kg. 4, 300.- in meno !!! La E-Crafty carbon RR fornitaci gentilemente da DSB era una bicicletta totalmente di serie e quindi abbiamo subito percepito la mancanza in ordine crescente dell’ ABS Fork Tune nella pur ottima forcella telescopica Fox 36 FIT4 Factory, dei salsicciotti nelle gomme (come si fa oggi a guidare senza di essi me lo devono ancora spiegare bene o comunque io non riesco proprio a comprenderlo) ma soprattutto ho “subito” la mancanza del sistema Trust The Shout che avevo invece sino ad ieri usato sulla E-Crafty in alluminio !!!

Fatte questo doverose premesse che limitano l’ utilizzo sia in salita che in discesa della E-Crafty (manca trazione in salita : basta inserire i salsicciotti e le cose cambiano in maniera radicale anche in discesa oltre che in salita ! La forcella ha poco sostegno a metà corsa oppure è poco sensibile causa pressioni troppo alte per evitare fondi corsa : basta usare l’ ABS Fork Tune e diminuire la pressione ! Avete la sensazione di affondare e quindi di percepire i ripidoni come pericolosi e difficili : basta usare il sistema Trust e tutto sparisce 🙂 ) veniamo ora alla prova vera e propria .

La E-Crafty è bellissima, leggerissima – Kg. 21,600 – e rigidissima ! Appena si inizia a pedalare la sensazione di leggerezza è molto più percepibile che su altre E-Bike di peso similare o addirittura inferiore ad essa . Forse anche per merito dell’ ottimo motore Bosch CX Gen4 in salita sembra di volare e di avere un’ avantreno sin troppo leggero tanto da rendere quasi nervosa la guida nel tecnico sino a che il nostro cervello non si abituerà ad una guida sicuramente più nervosa e comunque diversa dalla sorellina in alluminio . Pur coaudivata dalla sempre più stupefacente e ottima sospensione Zero® la ruota posteriore tende spesso a perdere aderenza a causa della pressione più elevata dei pneumatici tubeless se paragonati agli stessi pneumatici con salsicciotti inseriti nelle gomme : ma perchè non li montiamo ? Comunque si sale con relativa facilità anche su percorsi quasi trialistici sempre coaudivati dall’ ottima fluidità del nuovo CX Gen4 e dalla stupefacente sospensione Zero® !!! Maneggevolezza a livelli stratosferici per una E-Bike e perfetto bilanciamento e posizione in sella fanno della carbon RR un’ arma micidiale nelle discese veloci e anche sullo sconnesso il minor peso aiuta non poco a correggere e a cercare la linea ottimabile con inusuale velocità e precisione .

Insomma una E-Bike che probabilmente si pone in cima alla scala dei valori attuali delle biciclette AM / Enduro di questo periodo almeno per quanto riguarda handling e prestazioni in discesa . Adesso non ci resta che attendere il momento in cui potremo riprovare una RR o addirittura una RRSL con sistema anteriore Trust The Shout, cerchi più rigidi e performanti, gomme più rigide e gli amati salsicciotti !

Siamo sicuri che sarà probabilmente una delle miglior E-MTB presenti sul pianeta !!!

SuperMousse : lo stato dell’ arte dei “salsicciotti” ?

29 Ott 2019

In questo periodo dell’ anno – siamo a fine Ottobre – le novità per la prossima stagione si susseguono a ritmo frenetico . In questo momento ho la fortuna e la gioia di poter testare ben 3 diverse E-Bike , una nuova forcella , un nuovissimo sistema sospensivo anteriore , una scheda di gestione motore e ultimo ma non per questo meno importante l’ ultima vera innovazione nel campo degli inserti per pneumatici : la SuperMousse !!! Un inserto per gli pneumatici con due diverse densità del polimero che lo distinguono da tutti gli altri prodotti attualmente sul mercato che io conosco .

Vado subito al sodo : è questo inserto l’ attuale stato dell’ arte nel campo degli inserti da montare tubeless con il lattice ? Si, forse lo è davvero 🙂 Infatti dalle prime uscite fatte con questo inserto ho potuto constatare come la SuperMousse (che verrà presto distribuita da Andreani) raccoglie in se tutti i vantaggi di guidabilità , confort , gallegiamento e quant’ altro ci avevano trasmesso altri prodotti similari usciti precedentemente sul mercato . Quindi quale è l’ ulteriore vantaggio ? Semplicemente che si percepisce – o meglio quasi non si percepisce – ancor meno la presenza dell’ inserto nel pneumatico .

Mi spiego meglio : con gli altri prodotti si percepiva spesso che un “corpo estraneo” era stato inserito tra cerchio e gomma ed inoltre non tutti gli inserti garantivano un supporto della spalla tale da non avere quella fastidiosa deriva della gomma particolarmente avvertibile su asfalto a basse pressioni d’ utilizzzo . Oggi con SuperMousse il fatto di avere due densità diverse del polimero – più duro sotto verso il cerchio (NERO) e più morbido sopra verso la gomma (ROSSO) – garantiscono tutto ciò di buono che già i precedenti inserti ci avevano dato ma in più elimina quasi totalmente la deriva del pneumatico e sembra quasi non ci sia nulla di avvertibile sulla ruota . Tutto ciò aumentando ovviamente la protezione del cerchio ruota e garantendo comunque una guidabilità , un confort , una trazione e un gallegiamento pari se non superiore a altri prodotti da tubeless .

Nelle prime uscite fatte su terreni anche abbastanza umidi e insidiosi con gomme non certo da bagnato ho sinceramente potuto apprezzare la grande confidenza e sicurezza che SuperMousse mi ha trasmesso senza mai percepire la presenza della stessa all’ interno della ruota ! Certo bisogna sottoporsi alla manutenzione del tubeless con il continuo controllo e rabbocco del lattice e magari la trazione dello pneumatico non è pari a mousse di altri Produttori che si montano con camera d’ aria e prive quindi di lattice ma nell’ insieme posso definire la SuperMousse un riferimento nel mercato attuale degli inserti per ruote .

I test comunque continueranno nei prossimi mesi e vedremo se nel frattempo uscirà qualche nuovo prodotto ancor diverso e con performance diverse … Stay tuned 🙂

Pro-M Team – IXS Rookies Cup 2019 – Schöneck (GER) round #6

15 Ott 2019

A Schöneck è andata in scena la 6° e ultima prova della Specialized IXS Rookies Cup.
Ci siamo presentati con molti dubbi causa l’ infortunio alla mano DX di Andrea che doveva difendere il terzo posto nella classifica assoluta . Dopo la gara dei primi di Agosto a Serfaus , durante gli allenamenti a Pila , in una caduta si è procurato la frattura del quinto metacarpo della mano DX .
Subito ricoverato all’ospedale di Aosta veniva ingessato con una progniosi di 30/35 gg.
L’infortunio è avvenuto il 14 di Agosto e l’ appuntamento a Schoneck era per il 7 e 8 di Settembre .

Difficile quindi sperare in un recupero totale di Andrea ma nonostante questo il Sabato durante le qualifiche Andrea è riuscito a far segnare un ottimo 5° posto , seguito dal fratello Riccardo che ha ottenuto un sorprendente 6° posto .

La Domenica , una volta accertatisi che la mano teneva se pur con un po’ di dolore , bisognava attaccare e in gara Andrea si è superato ottenendo un 4° posto , che gli ha consentito di confermare il 3° posto del podio nella classifica assoluta del circuito , mentre Riccardo che doveva confermare la posizione nei Top Ten . In gara ha fatto qualche piccolo errore che lo hanno relegato al 12° posto su 98 partecipanti nella categoria Boys U15 . Con questo risultato Riccardo ha comunque guadagnato una posizione nella classifica finale del circuito finendo 9° assoluto di categoria .


BRAVI a entrambi !!! Andrea ha dimostrato tanto carattere dopo l’ infortunio e Riccardo alla sua prima stagione nel Downhill è cresciuto dall’ inizio dell’ anno in maniera importante !

Dalla prossima Domenica saremo impegnati nelle ultime prove del circuito Gravitalia DH .

First ride Specialized Creo EVO SL

14 Ott 2019

Ho sbagliato !!! Quando è stata presentata la Turbo Creo SL , nelle varie versioni oggi disponibili , ho subito pensato che il motore scelto da Specialized fosse sotto-dimensionato (soli 35 Nm di coppia dichiarati e 240 W) per le esigenze del pubblico che ritengo possa oggi acquistare questo tipo di prodotti . Ho sbagliato alla grande !!! Ancora una volta gli ingegneri Specialized mi hanno dimostrato di sapere cosa e come fare a costruire delle E-Bikes che possono veramente tracciare la linea corretta per far crescere un mercato !

Premetto che ho usato prodotti diversi di questo – seppur nuovo – segmento di mercato ad iniziare da una Haibike Race con motore Bosch Performance CX S-Pedalec , una Focus Paralane2 con motore Fazua e una Cannondale Synapse NEO SE con motore Bosch Active Line : detto questo penso che un minimo di esperienza e sensibilità sulla spinta dei diversi motori provati dovrei ormai averla acquisita 🙂 La prima prova della Creo SL – effetuata in blue jeans , maglietta e scarpe da tennis – al Dealers Event Specialized di Borgo Priolo aveva poi accentuato in me questa sensazione di poca potenza del motore scelto da Specialized per la Creo : il poco tempo a disposizione , le salitelle attorno all’ agriturismo , il caldo soffocante di quelle zone mi avevano fatto percepire un motore fiacco come del resto lo avevo erroneamente immaginato leggendo i freddi numeri sulla carta .

Finalmente arrivano le prime Creo SL al Pro-M Store : una S-Works e una EVO . La mia indole da biker incallito mi fa subito optare per la EVO : la gravel di casa Specialized . Subito prima uscita di rodaggio nei parchi e sulla Montagnetta di San Siro attorno allo Store e le mie prime impressioni inizano da subito a vacillare ! La Creo EVO SL è piacevolissima , scorrevolissima (si pedala oltre i 25 Km/h con grande facilità) e comodissima !!! Nei vari parchi come il “Bosco in città” o il “Parco delle cave” tenere medie superiori ai 25 Km/h non è per nulla impresa impossibile !!! La mia prima convinzione – a cosa serve una E-Bike stradale bloccata a 25 Km/h – è quasi del tutto cancellata o comunque si è ben ridimensionata attraverso una reale percezione che non immaginavo nemmeno lontanamente : si può pedalare , con il giusto sforzo , anche ben oltre i 30 Km/h !!! Arrivo dopo circa 35 Km alla Montagnetta : faccio tutta la salita in asfalto agevolmente con l’ assistenza ECO – la più bassa – e poi provo a salire verso la cima della Montagnetta inserendo dapprima lo SPORT e poi il TURBO . Incredibilmente salgo , nonostante le gomme che scivolano sulla ghiaia della salita nei punti più smossi e ripidi , senza mai dover mettere il piede a terra e senza percepire una fatica eccessiva : sale anche su salite con pendenza superiore al 20% ? Sembrerebbe proprio di si ma bisogna provare bene : è un motore con soli 35 Nm di coppia dichiarati 🙂 Ultima nota : ho percorso 35 Km con circa 200 Mt+ di dislivello e ho consumato solo 2 tacche , delle 10 disponibili , della batteria interna da 320 Wh (esiste poi una borraccietta supplementare da 160 Wh) …

Ovviamente non ricarico la batteria e mi riprometto di provare ancora la Creo SL su strade e salite un pò più impegnative alla prima occasione . Domenica il mio compagno di merende in MTB si risveglia con 38° di febbre e quindi basta sostituire la Kenevo sul furgone con la Creo EVO SL e dirigersi verso Canzo . Trovo una gran fondo Amatori e colgo l’ occasione per prendere un caffè con un amico di zona . Appena posso , finito il passaggio dei granfondisti , salgo in bici e mi dirigo verso Sormano : c’ è il famoso “Muro di Sormano” , con le sue pendenze sino al 25% e media del 17% da affrontare . Parto ancora una volta in ECO e salgo sino all’ attacco del muro con discreta facilità . Foto di rito prima di iniziare a salire sui quasi 1800 mt. del muro e trovo due amici di pedale Milanesi con le loro belle bici da corsa tradizionali . Partiamo insieme e alla domanda se ce la farò a salire sul muro i dubbi mi assalgono di nuovo e rispondo : se non mi trovi fermo per strada vorrà dire che ordinerò i caffè alla Colma 🙂 Appena la strada sale metto dapprima lo SPORT e sulla pendenza più importante il TURBO : la Creo sale con grandissima , e per me inaspettata , facilità : sinceramente sono abbastanza basito ! I due amici arrivano in cima senza mai mettere un piede a terra : chapeau !!! Vi offro volentieri una Coca-Cola : Ve la siete meritata !!!

Esco dal bar saluto gli amici e controllo la batteria : ho ancora 6 tacche e quindi ho consumato solo 2 tacche ! Decido quindi di scendere verso i Piani del Tivano e verso il lago per poi risalire verso la Colma di Sormano e il tragitto mi fa consumare (uso solo l’ ECO) solo altre 3 tacche per risalire . Mi fermo in Colma per pranzare e quindi procedo speditamente in discesa verso il furgone . Alla fine ho fatto circa 40 Km con 1150 Mt+ E con questo mi sono tolto anche il dubbio che non salisse su pendenze importanti : la Creo SL sale e sale anche bene e con poca fatica se ne avrete la necessità ! Certo non è una E-MTB ma per l’ uso per cui è stata progettata e costruita a Milano usiamo dire “c’ è n’ è che avanza” 🙂

Conclusioni finali , ripetendomi un pò  ma ben sapete che ormai sono anziano 🙂  : la Creo SL è bellissima , piacevolissima , scorrevolissima e comodissima !!! Sinceramente ritengo abbia stabilito il nuovo benchmark in questo nuovissimo segmento e adesso aspettiamo che gli altri si adeguino o la superino mentre per il momento io continuerò a divertirmi pedalandola in svariate situazioni ed in alternativa alla ormai amata E-MTB e alle MTB tradizionali 🙂 La morale della storia è comunque di non giudicare mai i prodotti dai freddi numeri dichiarati ma di essere sempre curiosi e ostinati e di potere provare sul campo e ripetutamente i prodotti per farsi una propria idea che corrisponde a una realtà che , per quanto personale , sia pur sempre una realtà 🙂 Avevo già percepito quanto sopra esaminando le varie geometrie delle MTB che alla fine erano sempre e solo freddi numeri che non davano mai completamente la percezione delle reali potenzialità del prodotto : adesso ho imparato che anche per le E-BDC o E-Gravel vale la stessa identica morale 🙂 L’ uomo si migliora solo attraverso 1000 dubbi (cit) 🙂

 

First ride Specialized Kenevo FSR Expert 2020

07 Ott 2019

Era talmente attesa, e già chiaccherata ancor prima della sua presentazione, che non stavamo più nella pelle pur di effettuare un primo giro di prova con la nuova Kenevo FSR Expert con forcella doppia piastra Rock Shox Boxxer da 180 mm . E’ arrivata questa mattina e subito assemblata al volo per poterci permettere questa prima uscita : posso solo anticiparVi che i Tecnici di Specialized ci hanno preso ancora una volta …  Ma andiamo con ordine . Con buona pace dei soliti critici , che non sono mai contenti e che hanno molto tempo da perdere a scrivere cose più o meno sensate in rete e che si erano già scatenati da mesi ancor prima di vederla , era chiaro che la Kenevo 2020 sarebbe stata ben più spinta verso l’ utilizzo gravity , DH e bike park di quanto non fosse il vecchio modello : e così è stata la scelta finale degli ingegneri di Specialized .

La prima nuova Kenevo , consegnataci in un bel colore verde oliva opaco è agli occhi di un profano molto simile esteticamente alla Levo che ben conosciamo e anche questo ha creato un certo qual malcontento in rete poichè i meno addetti ai lavori si aspettavano una nuova Enduro elettrica senza considerare che ciò era materialmente irrealizzabile se non infulcrando i foderi bassi di un eventuale carro con quel cinematismo direttamente sui carter motore : insomma di sogni se ne possono fare molti ma poi bisogna scontrarsi con la realtà 🙂 Devo anche aggiungere che se la Levo è considerata tra le più riuscite E-MTB dell’ attuale mercato non capisco il perchè di tutta questa delusione che molti fanno trasparire nei commenti : se è bellissima la Levo la Kenevo è solo la sorella maggiore e quindi dovrebbe essere altrettanto bella 🙂 Se poi analizziamo la costruzione e soprattutto le quote geometriche e i dimensionamenti delle tubazioni della Kenevo si comprende chiaramente che la somiglianza è puramente estetica e siamo di fronte a una E-MTB completamente nuova e pensata principalmente – se non esclusivamente – per usi gravity oriented .

Non perderò ulteriore tempo a descriverVi la Kenevo – potete trovare tutte le specifiche comprese le quote geometriche sul sito Specialized Italia all’ indirizzo https://www.specialized.com/it/it/turbo-kenevo  – e andiamo quindi direttamente al sodo : come va questa nuova Kenevo ? Come detto ci hanno preso ancora una volta nel senso che se cercate una bicicletta da DH da usare tutti i momenti che volete in una zona dove non ci sono impianti di risalita o mentre gli impianti sono chiusi la Kenevo è assolutamente la cosa migliore che potete acquistare oggi sul mercato : una downhill bike con motore elettrico !!!

Partiamo subito in salita e il nuovo firmware fa sembrare il motore 2.1 di Specialized ancor più prestante tanto che abbasso subito il livello ECO al 20% , dal 35% originario , perchè anche in ECO su asfalto spinge ancora sin troppo ! Il motore è veramente quanto di più performante in salita si possa avere oggi soprattutto se , come nel mio caso , settate il famoso “Shuttle mode” al 100% !!! Ho provato e continuo a provare ogni nuovo motore che si affaccia sul mercato ma credetemi al confronto nessun altro motore Vi permetterà di salire in ogni dove alle velocità ascensionali permesse da questa unità … anche in ECO !!! Per darVi un’ ulteriore informazione in questa prima uscita su sentieri ben noti attorno a Premeno (VB) non ho nemmeno mai usato la modalità Turbo ! Gli ostici tornatini in salita richiedono un pò più d’ impegno e di scelta della giusta linea : non è permesso sbagliare, ma si fanno lo stesso a patto di non dover chiudere troppo lo sterzo per ovvi motivi 🙂

Una volta in cima al Pizzo d’ Omo iniziamo la prima discesa e non ci stupiamo affatto che la bicicletta passi veramente sopra tutto con facilità disarmante : le sospensioni copiano ogni cosa e il segreto è solo di mollare i freni il più possibile ! Se invece il sentiero diventa stretto e tecnico allora non è tanto la forcella doppia piastra a farsi sentire ma l’ interasse chilometrico che Vi obbligherà a una guida parecchio impegnativa fatta da nose press se ne siete capaci (io no di certo !) o di piede a terra e spostamenti continui del retrotreno : non è certo fatta per sentieri super tecnici . Torniamo in salita e ancora una volta dobbiamo constatare quanto questo motore sia veramente fantastico e veloce : si sale con pochissimo sforzo a velocità incredibili !!! Grazie “Shuttle mode” !!!

Un’ altra discesa abbastanza veloce verso Esino e sinceramente credo che qui non sono mai andato così veloce : qualche cosa di persino esagerato che invita continuamente ad alzare le ruote da terra e che regala adrenalina pura !!! Basta riuscire a stare attaccati al manubrio 🙂 Bellissimo e divertentissimo !!! Ennesimo rientro su asfalto al furgone con il sorriso sulle labbra : la Kenevo è bellissima e divertentissima a patto di essere usata per l’ uso per cui è stata costruita 🙂 Se cercate una E-MTB agile , corta e leggera forse non è la scelta migliore per Voi ma se invece cercate velocità , capacità di assorbimento e stabilità a velocità sconosciute ad altre bici forse è la migliore scelta possibile !!! Per finire Vi dirò anche che il motore così performante permette comunque di salire quasi in ogni dove – per un’ Utenza media – con grande facilità e di scendere in grande sicurezza sul 90% dei sentieri e che la difficoltà di farla girare si presenta solo nel tecnico strettissimo …

Comunque queste sono solo le nostre prime sensazioni , continueremo quindi a provarla e al più presto Vi daremo impressioni più complete : stay tuned !!!

 

La Mantide ovvero “In Message we trust”

03 Ott 2019

La Mantide ovvero “In Message we Trust”
Riflessione semiseria , semichic e molto freak di un prodotto stupefacente …
Di Ezio “a.k.a. Freakrider” Baggioli

Se il genere “Homo Pedalantis Luridus” , da non confondere con il più diffuso “Homo Pedalantis Lycratus” che lo potete trovare in branco lungo le sponde dei laghi, seni , golfi e cimette asfaltate del bel paese durante  i fine settimana e non solo , succhiando come vampiri le ruote gli uni agli altri , non vivesse di visioni di alcuni lisergici sperimentatori , sarebbe ancora con le ruote da 26 pollici , le Tioga Farmer John ed i freni cantilever rischiando dei cappottoni epocali ogni infido gradino . Per quelli come me che hanno iniziato a procurarsi escoriazioni nel pleistocene della MTB , ogni innovazione era un momento di confronto , una sfida per portare più in alto l’ asticella … del piacere .

In MTB ci cimentiamo perché ci fa stare bene ci fa sentire dei piccoli o grandi (al di la della statura) esploratori del limite . Quindi freni a disco , gomme , reggisella telescopici , salsicciotti a protezione dei cerchi , geometrie innovative , cambi wireless e sospensioni hanno evoluto il nostro mezzo dando ragione a Darwin , alla faccia dei creazionisti . Ammortizzatori con piattaforme stabili si sono accoppiati con sistemi complessi sospensivi dei carri : si sono generate tipologie più o meno efficaci e più o meno gradite dai Bikers . Ma all’ anteriore chi detta legge é la forcella telescopica di derivazione motociclistica : ottimi prodotti spesso ma non volentieri , che hanno ad oggi sposato i carri posteriori alla ricerca della miglior sintonia , tutto questo fino a qualche mese fa . Tutto é cambiato da quando uno dei grandi pensatori ingegniere meccanico Dave Weagle (padre del DW-Link) ha generato una sistema di sospensione anteriore assai lontana dai quattro tubi che compongono le forcelle telescopiche con tutto il rispetto per il lavoro che svolgono per tutti i cinghialoni che vivono in noi …

I visionari hanno da sempre fatto le innovazioni , in tutti i settori : se smanettiamo su un dispositivo lo dobbiamo in gran parte a persone come Steve Jobs . Ma nel mondo mtb prevale spesso un movimento conservatore , che non riesce ad accettare le innovazioni in modo analitico ma spesso solo dal punto estetico . Quindi il postulato di questa riflessione é : il bello non é bello ma bello é ciò che funziona e per la legge transitiva piace .
Questo é l’ effetto che la Trust Message ha fatto su di me : ho avuto la possibilità di provarla montata su una Ibis Ripley 3 sui sentieri di Finale Ligure . La Message ha 130 mm di escursione , il carro della Ripley offre 120 mm di pura efficienza : una Trail bike a tutti gli effetti molto eclettica e dolcemente reattiva e leggera.

Mi sono trovato immediatamente a mio agio , geometrie perfette e quindi ho chiuso la vena e mi son lanciato giù dai sentieri fidandomi ciecamente del mezzo che mi era stato affidato . Poche volte ho trovato una sintonia così forte con una bicicletta e la sicurezza che la Message mi ha trasmesso all’ avantreno . Ero e rimango affascinato da questo sistema , al di la del discutibile giudizio estetico , nel lato pratico un carro sull’ avantreno , un Giano Bifronte che lavora all’ unisono con il retrotreno . La Message ti porta ad un livello di confidenza con il terreno che nessuna telescopica possa offrire . Il sentiero lo divora , come fosse una Mantide religiosa , che prima lo corteggia e poi lo uccide … Il superamento degli ostacoli in salita é sconosciuto ai sistemi tradizionali , in discesa la velocità con la quale si esce in curva é siderale . Riesce ad arrotondare l’ingresso permettendoti di sfruttare la forza centripeta come quando scii , inanellando linee di pura estetica : questa é la bellezza della velocità …

La sicurezza che trasmette é dovuta al fatto che non cambia mai l’ angolo di sterzo poiché non affonda e di conseguenza il ripido é molto ma molto meno ripido , sembra un ossimoro ma é la pura ed evidente verità : mi ha stampato un sorriso che conservo anche ora . La velocità meccanica con la quale risponde é accompagnata da una precisione che ti fa pensare a quanto passatiste sono le forcelle telescopiche .
In frenata non si scompone , non ha flessioni e ti permette di spingere il tuo limite più avanti , consideriamo che ero con una trail bike su percorsi Enduro ma ha sminuzzato , annichilito ogni asperità . Queste mie riflessioni sono un peana per la Message , ma ovviamente non esiste il prodotto perfetto , visto che é generato dagli umani è non dagli Dei …
Di contro abbiamo un peso leggermente superiore nei confronti delle tradizionali telescopiche , ma non é invalidante e un’ attenzione maggiore per la regolazione delle camere pneumatiche che sono il cuore del sistema avendo una corsa di 35 mm all’ asta che un rateo di 3,72 consente i 130 mm di escursione .

Ma lo scoglio vero é il prezzo di acquisto che é più o meno il doppio di una telescopica di alta gamma .
Considerato che é l’ inizio di una nuova è uno scotto lo dobbiamo pagare , questo divide i detrattori dagli estimatori … Alla fine é questione di “argent de poche” come tutto nel nostro mondo . Come scrisse Oscar Wilde “l’ unica differenza tra un bimbo ed un uomo é solamente il prezzo del giocattolo” .

I visionari innovatori ci consentono di continuare a giocare , sperando che l’industrializzazione renda il sogno alla portata di tutti …
“In Message we trust”

Long ride test Mondraker E-Crafty R

03 Ott 2019

Fine Agosto 2019 : Mondraker inizia le consegne delle nuove E-Crafty completamente ri-disegnate attorno al nuovo motore Bosch CX Gen4 . Quindi nuovo motore, nuovo telaio, nuovo carro ma soprattutto nuova sospensione Zero® completamente ridisegnata e che ora i tecnici della casa Spagnola promettono lavorare esattamente se non meglio della Zero® delle loro MTB tradizionali 🙂 La prima cosa che ovviamente colpisce i nostri occhi è la bellezza dell’ insieme e l’ estrema linearità delle linee della nostra E-Crafty : a mio parere BELLISSIMA come nessun altra !!!

A questo punto dopo aver constatato quanto la nostra “bimba” sia bella la voglia di provare cresce a dismisura e appena caricata completamente la batteria da 625Wh mi precipito sui familiari trail di Colazza per una prima prova con la bicicletta completamente di serie ma con gli immancabili salsicciotti negli pneumatici ; questa volta la scelta cade su un prodotto distribuito anch’ esso da DSB come la Mondraker, i famosissimi PTN by Pepi nella versione Rock Line di colore giallo per uso più gravity oriented .

Eccoci quindi alle nostre impressioni come segue che derivano da più e più prove (circa un mese di utilizzo con più di 200 Km percorsi) sui più svariati sentieri a partire appunto da Colazza, una traversata Appenninica da Castellania (AL) alla Liguria, Finale Ligure e gli immancabili sentieri sopra Verbania che tanto amiamo e conosciamo .

Estetica : mi ripeto ancora una volta : BELLISSIMA come nessun altra !!! Il lavoro svolto dai designer di Mondraker lascia veramente a bocca aperta : ¡cjumbia! direbbe un Milanese oppure in maniera meno dialettale ¡mamma mia! ma quanto bella sei 🙂 Insomma la E-Crafty mi ha veramente fulminato e devo dire che anche chi entra allo Store ha sempre confermato in pieno la mia sensazione di estrema purezza delle linee e di bellezza assoluta : bravi ai ragazzi di Mondraker !

Posizione di guida : la “Forward geometry” con il suo top tube lungo, attacco corto e angolo di sterzo aperto che tanto ha fatto scuola ormai nel mondo MTB è presente anche in questa realizzazione di Mondraker e al primo momento da la sensazione di avere una taglia in più del necessario ma è solo un’ impressione che svanisce in brevissimo tempo appena ci si muove sulla E-Crafty . Tutto è al punto giusto e ci si ritrova subito a condurre la E-Mtb a velocità supersoniche se paragonate a realizzazione di altri Marchi : incredibile !

Sospensioni : dopo le prime prove con l’ ottima forcella Fox 36 Rhythm da 160 mm di serie, che si è dimostrata super plush in questa versione con cartucci dedicata alle E-Bikes, non abbiamo resistito alla voglia di montare il nuovissimo sistema di sospensione Trust “The Shout” che tanto ci aveva entusiasmato nella sua versione “The Message” a corsa ridotta . Un mostro da ben 178 mm di travel alla ruota ma di cui preferiamo scrivere in un secondo tempo sempre su queste pagine . La Rhythm come detto è una Fox 36 in tutto e per tutto con la sua struttura molto rigida e precisa e con scorrimenti davvero eccezionali tanto da farla sembrare persino meglio delle sorelle maggiori in versione Factory anche se le regolazioni dell’ idraulica sono molto meno sofisticate . Per un’ utenza normale comunque la Rhythm è perfetta e semplicissima da tarare : chapeau ! Che dire poi della nuova Zero® al posteriore : magnifica e vicina alla perfezione in discesa dove si comporta come pochi altri cinematismi sul mercato . Copia tutto sin dal primo centimetro della sua corsa, non risulta mai pigra anche su terreni molto sconnessi dove non da mai la sensione di essere impaccata, non risente quasi nulla dell’ azione del freno posteriore . Insomma 150 mm di pura goduria !!! Anche se l’ ammortizzatore Fox Float DPX2 LV EVOL Performance non può essere considerato il top di gamma ma fa comunque il suo sporco lavoro senza mai andare in crisi anche se nel pedalato su terreni lisci il bobbing della sospensione è abbastanza marcato e conviene quindi passare alla posizione chiuso della parte idraulica in compressione . Il nuovo cinematismo poi ritengo sia il vero artefice – insieme al carro più corto delle precedente edizione della E-Crafty – di un miglioramento quasi impensabile delle caratteristiche di guida che se prima erano scorbutiche e riservate sole a Bikers con un’ attitudine spiccata alle alte velocità di percorrenza  e che oggi hanno fatto diventare la E-Crafty una bicicletta facilissima, velocissima e adatta a chiunque !

Salita scorrevole : buona e molto ben pedalabile a condizione di chiudere l’ ammortizzatore posteriore su asfalto come già detto . Grazie al nuovo motore Bosch CX Gen4 che spinge parecchio di più del suo predecessore non ci sono problemi di sorta e – come già detto in altre prove – usando l’ assistenza E-Mtb (rende tra il 140% e il 340% della spinta) o Turbo (rende il 340% della spinta) si raggiungono ben presto velocità di percorrenza sconosciute al vecchio motore ! L’ assistenza Tour (rende il 140% della spinta) è comunque quella più utilizzabile in rapporto alla spinta / consumi in base alla nostra esperienza, mentre l’ assistenza Eco (rende il 60% della spinta) ci è sembrata più debole rispetto al vecchio modello . Insomma più usiamo questo nuovo Bosch e più ci piace !

Salita tecnica : buona la trazione grazie alla Zero® anche se il carro più corto non aiuta ma con un pò di mestiere si riesce a salire comunque in ogni dove . La cosa che più penalizza nei tratti tecnici è forse il peso dell’ assieme (Kg. 24,680.- senza pedali) ma l’ ottima geometria e una maneggevolezza sconosciuta alle precedenti versioni aiutano non poco . Magari con ruote da 27,5″ … ma questo è un discorso commercialmente improponibile oggi per una Enduro / Trail bike come la E-Crafty e comunque il mio modesto parere è che sia una delle 29″ più facili che io abbia mai guidato 🙂

Single-track : un’ alabarda spaziale : questo è veramente il suo terreno preferito !!! Rigida, precisissima e facile nei repentini cambi di direzione !!! Insomma in due parole : divertimento assicurato .

Discesa scorrevole e fluida (veloce) : più si spinge e più sembra che si sia su un binario e, coadiuvati dalle ottime sospensioni, si passa sopra a qualunque ostacolo a velocità sino a prima sconosciute … Un vero bijoux 🙂

Discesa tecnica e stretta : come sopra detto risulta essere tra le più facili 29″ mai usate e si possono fare passaggi quasi trialistici con facilità anche se il peso non aiuta di certo . 3 Kg. in meno e magari delle route da 27,5″ e probabilmente diventerebbe l’ arma totale ma questo non esiste perchè si perderebbe quasi sicuramente la magia dell’ assieme che rende questa E-Bike veramente unica !

Frenata : i freni Shimano MT520 con pompanti MT 501 e dischi da 203 mm sono adeguati alle prestazioni della bicicletta e non hanno mai mostrato segni di affaticamento eccessivo anche se non raggiungono certo le prestazioni di altre realizzazioni usate recentemente . Direi onesti ed adeguati al livello di assemblaggio della E-Crafty .

Rigidità : avendo usato precedentemente a questa Mondraker la Cannondale Habit 3 che mi aveva dato una sensazione di estrema rigidità questa E-Crafty mi ha veramente lasciato a bocca aperta ! Rigidissima, precisissima e inoltre facile come nessun altra Mondraker mai provata ! Sembra un controsenso ma ormai mi stò abituando a questo tipo di magie …

Dotazione : considerando il prezzo del prodotto, che risulta comunque molto ben allineato a altre realizzazioni nel mercato delle E-Mtb 2020 direi che ci siamo alla grande .  Reggisella telescopico da 125 mm, forcella Fox 36, batteria da 625 Wh, freni Shimano e gruppo Sram SX Eagle a 12 velocità e ruote DT Swiss H1900 . Come detto il rapporto qualità prezzo mi sembra veramente ottimale …

Finiture : tutto molto ben realizzato a partire dall’ ottima verniciatura di carro e telaio che è risultata molto robusta alle piccole scalfiture nell’ uso quotidiano . Un plauso all’ ottima protezione carter motore molto ben realizzata e piacevole alla vista .

Valutazione rapporto qualità/prezzo : forse una delle realizzazioni più interessanti oggi sul mercato .

Note finali : considerando la mia difficoltà nel condurre le Mondraker delle serie precedenti perchè le trovavo abbastanza impegnative e difficili per le mie scarse capacità di guida e per la mia poca forza fisica nella conduzione delle E-Mtb devo dire ancora una volta che questa E-Crafty mi ha completamente fatto cambiare idea sui prodotti Mondraker . Sarà il carro corto , la nuova sospenzione Zero® , l’ ottima performance della forcella Fox 36 anteriore o la magia dell’ insieme ma questa nuova E-Mtb di Mondraker mi ha veramente impressionato positivamente tanto da essere oggi tra le mie E-Mtb preferite a 360° . Non è tutto perfetto a partire da un peso importante oggi per un’ E-Mtb, che è superiore a molte altre realizzazioni, o al reggisella telescopico con corsa di soli 125 mm (quando ci sia abitua a 150 o 160 mm sembra una corsa corta) o altro ma ripeto la “magia” di questo assieme supera ogni perplessità dovesse nascere !

E’ pur vero che oggi quasi tutte le Mtb o E-Mtb che ho la fortuna di poter provare sono quasi sempre al di sopra delle mie scarse possibilità ma ribadisco ancora una volta che questa E-Crafty mi ha veramente fatto sognare … sarà mica perchè in fondo ero sempre stato un Milanista 🙂 🙂 🙂

Long ride test Cannondale Habit NEO 3 +

04 Set 2019

Dopo la presentazione a metà Luglio al meeting Europeo del gruppo , dove avevamo avuto l’ opportunità di provare la nuova Moterra con il nuovo motore Bosch CX Gen4 , a fine Luglio come ci era stato promesso è arrivata la nuova Habit NEO 3 allo Store . Giusto il tempo di estrarre dallo scatolone la “bimba” e di fare le solite 4 foto di rito e ci ritroviamo subito a pensare che sarà la E-MTB da provare durante le vacanze estive del mese di Agosto 🙂 Penso proprio che saremo i primi al mondo a pubblicare un test completo e spero abbastanza dettagliato del nuovo prodotto di cannondale e del nuovo motore Bosch CX di cui tanto si è parlato 🙂

Iniziamo subito a controllare cosa eventualmente sostituire al pur ottimo primo equipaggiamento di serie e considerando che abbiamo una coppia di freni Braking da provare e una forcella Ohlins RXF 36 da 29″ e 160 mm di escursione decidiamo appunto di sostuire questi due componenti con quello che abbiamo già in casa . Inoltre gli immancabili salsicciotti Vittoria AirLiner e gomme più agressive delle pur ottime Maxxis Rekon andranno a completare l’ upgrade per la nostra Habit NEO 3 della nostra estate . Inoltre vorrei fare presente a chi ci legge che la nostra Habit 3 NEO ha batteria da 500Wh perchè  riteniamo la stessa più leggera e per le nostre percorrenze medie più che sufficiente allo scopo . La bicicletta invece di serie monta la batteria da 625 Wh .

Estetica : un salto epocale se confrontata ai vecchi modelli . Ben disegnata e piacevole . In una parola : bella ! Oggi siamo alla pari o molto vicini alle altre E-MTB sul mercato anche se personalmente avremmo gradito colorazioni magari più vivaci . Ma come ben sapete non a tutti piacciono le bionde … Insomma non si può dire che sia la più brutta come spesso succedeva prima con la Moterra 🙂

Posizione di guida : nulla da eccepire , gli appoggi sono corretti e la bicicletta risulta molto facile e intuitiva . L’ unico piccolo neo è forse il reggisella con corsa di soli 100 mm che nell’ uso su fondi particolarmenti tecnici è abbastanza limitante .

Sospensioni : come già detto abbiamo sostituito la forcella Rock Shox RC35 di serie con una Ohlins RXF 36 29″ e corsa 160 mm . il miglioramento è ovvio ma pensiamo anche che si sarebbe potuto ottenere un risultato simile anche con il kit di polimeri ABS Fork Tune e asta più lunga – se necessario – anche sulla forcella di serie che riteniamo più che onesta . Chiaramente l’ allungamento da 140 mm a 160 mm di corsa ha anche variato l’ angolo di sterzo di circa 0,5/0,6° rendendo la bicicletta un filo meno maneggevole sul tecnico stretto ma più stabile sul veloce . L’ ammortizzatore Rock Shox Deluxe Select R è rimasto quello di serie con 130 mm di travel alla ruota e ha sempre dimostrato di svolgere egregiamente il proprio lavoro anche nel pedalato ove , a condizione di avere una cadenza regolare e di non uscire in fuorisella , il bobbing è praticamente assente anche su asfalto .

Salita scorrevole : ottima e molto ben pedalabile grazie al nuovo motore Bosch CX Gen4 che spinge parecchio di più del suo predecessore . Mai avuto problemi e usando l’ assistenza E-Mtb (rende tra il 140% e il 340% della spinta) o Turbo (rende il 340% della spinta) si raggiungono ben presto velocità di percorrenza sconosciute al vecchio motore ! L’ assistenza Tour (rende il 140% della spinta) è comunque quella più utilizzabile in rapporto alla spinta / consumi in base alla nostra esperienza, mentre l’ assistenza Eco (rende il 60% della spinta) ci è sembrata più debole rispetto al vecchio modello . Questa scelta degli ingeneri Tedeschi garantisce però autonomia / percorrenze migliori se comparate al vecchio modello a parità di batteria 🙂 Bravi !

Salita tecnica : ottima trazione , peso contenuto (Kg. 21,300.-) , ottimo motore molto fruibile e l’ uso degli immancabili “salsicciotti” conferiscono alla Habit una trazione inferiore solo a poche altre E-MTB ma comunque da riferimento . Il fatto poi di avere una batteria più corta e quindi minor peso sull’ avantreno permette alla nostra Habit una capacità di salire curve strettissime con grande agilità . Se fossi uno bravo potrei anche azzardare qualche curvetta con la ruota anteriore in aria 🙂

 Single-track : sui sentieri scorrevoli e con un certo ritmo le ottime sospensioni e le ruotone le conferiscono una velocità e una precisione da riferimento ! Questo grazie anche a un carro – che seppur con 4 punti d’ infulcro – resta sempre molto rigido e preciso . Certo quando il sentiero si fa più tecnico e lento la ruotona non aiuta ma rimane sempre ben più facile e bilanciata di altri prodotti similari 🙂 In due parole : precisa e divertetentissima !!!

Discesa scorrevole e fluida (veloce) : il suo pane ! La già citata rigidità del carro , l’ ottimo lavoro delle sospensioni (anche se solo da 130 mm il posteriore assomiglia molto a una E-Mtb da Enduro) e le ruotone ne fanno un vero coltello con cui disegnare le curve su ogni sentiero !

Discesa tecnica e stretta : le ruotone da 29″ , gioia e dolore del mondo MTB attuale, non aiutano certo a rendere la Habit super agile anche se in mani esperte gira comunque molto bene . Come già detto il punto più debole in queste condizione è il reggisella con soli 100 mm di travel che in molto situazione è veramente limitante .

Frenata : i freni Magura E-MTB sono stati sostituiti sin da nuovi con un impianto Braking a due pistoni e devo quindi tessere le lodi di un prodotto che però non è di serie sulla Habit . Comunque devo ammettere che non ho mai usato impianti frenati così costanti nel punto d’ attacco delle leve che anche sotto sforzo prolungato non cambia mai : nessun allungamento o spugnosità delle leve nemmeno dopo parecchi chilometri di discesa con i freni sempre sotto pressione !!! Incredibile !!! Potenza frenante più che buona e rumorosità pressochè inesistente anche dopo averli bagnati o strizzati a dovere : veramente ottimi 🙂

Rigidità : uno dei punti di forza della nuova realizzazione di Cannondale : veramente perfetta ! Molto rigida senza per questo mai mettere in difficoltà il rider nella conduzione della Habit . Geometria e bilanciamento quindi perfetti !

Dotazione : adeguata al prezzo del prodotto e molto completa . Reggisella telescopico, forcella con steli da 35 mm, batteria da 625 Wh, triangolo del telaio in carbonio, freni dedicati all’ uso E-MTB, gruppo Sram NX Eagle a 12 velocità e ruote molto ben fatte e robuste . Non manca nulla anche se ovviamente si tratta di un allestimento medio e non top di gamma .

Finiture : ottime e addiruttura ben superiori a quelle di altre realizzazioni di pari prezzo ! La verniciatura del triangolo in carbonio è perfetta e pressochè inscalfibile mentre dobbiamo segnalare che la verniciatura del carro in alluminio e risultata abbastanza fragile tanto da essere presenti alcuni piccoli segni sulla vernice a causa dell’ urto dei sassolini trasportati dai pneumatici ma essendo la Habit quasi una pre-serie potrebbe essere il caso di una verniciatura mal riuscita …

Valutazione rapporto qualità/prezzo : più che allineato al mercato attule delle E-MTB in considerazione delle finiture del prodotto ma soprattutto all’ ottima guidabilità del mezzo e alle geometrie ben centrate !!!

Note finali : SO MUCH FUN direbbe un mio amico Americano ! Quello che più stupisce di questa Habit è la sua facilità di guida e il divertimento che riesce a trasmettere al rider in quasi tutte le condizioni di utilizzo (non dimentichiamo che è una 29″ e sullo stretto … 🙂 ) ! Leggerissima, con un ottimo motore dalla spinta eccezionale anche ad alte cadenze, ottima autonomia, 4 livelli d’ assitenza con un E-MTB che Ti fa scordare adi avere i tasti per il cambio assistenza, ottime sospensioni, ottimo cinematismo del carro e rigidità da riferimento : cosa volere di più 🙂 Due parole sul motore Bosch CX Gen4 che penso di essere tra i primi al mondo ad aver provato per più di 300 Km fuoristrada : devo ammettere che in Bosch hanno fatto bene i compiti a casa (cit. Franz) 🙂 Piccolissimo, leggerissimo e potentissimo !!! Forse un filino rumoroso ma la pari di altre unità sul mercato attualmente : miglior prestazioni e migliori valori di coppia e picco di potenza massima unite a minor dimensionamento hanno portato a un leggero aumento delle rumorosità senza per questo essere mai fastidiose, almeno per me che ci vedo bene ma sono un filino sordo 🙂 🙂 🙂

Concluderò dicendo che dato che sono un’ insaziabile curiosone e golosone ho appena montato all’ anteriore un sistema sospensivo Trust Message e quindi … stay tuned 🙂

Pro-M Team – IXS Rookies Cup DH – Serfaus-Fiss-Ladis (AUT) round 5 & World Championship

31 Ago 2019

Serfaus – Fiss – Ladis in Austria è una stazione dove il MTB e le discipline gravity sono tenute in grande considerazione ! Piste di tutti i tipi e epr tutti i gusti ed è qui che l’ organizzazione della iXS ha deciso si volga da anni il Festival dei Rookies : l’ evento di DH più importante, perché per un’intera settimana è tutto incentrato sui giovani talenti della downhill .
Più di 350 atleti provenienti da 27 Nazioni avevano annunciato la loro partecipazione alla Specialized Rookies Cup e ai Campionati Internazionali iXS Rookies : un vero e proprio campionato del Mondo giovanile . Ancora una volta, la gara è stata interamente prenotata e quindi non è stato possibile consentire ad altri 70 piloti iscritti nella lista di attesa di accedere alla gara .

Ma torniamo alla prima gara disputata dai nostri “Bonanomi Twins” :  la Specialized Rookies Cup round #5 .Venerdì mattina la pista era bagnata , e dopo l’allenamento è iniziata la qualifica , ma alla fine le condizioni sono diventate talmente proibitive che la sessione di qualificazione ha dovuto essere fermata e le restanti 3 classi U17 , U17 PRO e U19 sono state quindi posticipate a Sabato mattina . Ma le categorie dei più giovani avevano già terminato e offerto un grande spettacolo . Nella classe U15, il duello tra Henri Kiefer (GER – SRAM Young Guns) , Mike Huter (SUI – Bike Corner Baar) e il nostro Andrea Bonanomi (ITA- Team BMX Garlate) era serrattissimo e i 3 Atleti si classificavano rispettivamente primo, secondo e terzo , mentre il nostro Riccardo Bonanomi (ITA- Team BMX Garlate) ha chiuso al ventuduesimo posto su 98 partenti della classe U15 .

Il Sabato è stato un po più affollato del solito, perché dopo un breve tempo concesso per le prove libere si è dovuta completare la qualifica del Venerdì delle classi U17 e U19 per poi finire con la finale della 5 prova della iXS Specialized Rookies Cup . Il meteo era discreto, sebbene la pista fosse ancora piuttosto bagnata e scivolosa .

Vista l’ importanza della gara la stessa è stata trasmessa in diretta e anche su Pinkbike, con i commentatori Si Patton per il canale di lingua Inglese e Guido Heuber per la lingua Tedesca .
Alla fine Andrea chiude al quarto posto a un secondo dal gradino piu’ alto , mentre Riccardo non va oltre un pur ottimo diciottesimo posto .

La Domenica si è corso invece il campionato Mondiale giovanile :  la iXS International Rookies Championships dove si è partiti in base ai risultati ottenuti il giorno prima in gara #5 e/o tramite qualificazioni del Sabato . I Bonanomi Twins hanno fatto valere anche in ambito Mondiale il loro valore e Andrea ha ottenuto un ottimo terzo posto mentre Riccardo ha chiuso con un onorevole ventiseiesimo posto in cat. U15 .

Ora ci aspettano un po’ di ferie per poi preparare l’ ultima prova della Rookis in Germania dove dobbiamo difendere il terzo posto di Andrea e il decimo posto di Riccardo nella classifica generale cat. U15 .