Pro-Meide – Libro IV – Non esistono galassie inesplorabili

Libro IV – Cap. VIII

Non esistono galassie inesplorabili

Lo sviluppo delle E-bikes si stava muovendo ad una velocità che la USS Enterprise NCC-1701 sotto il comando del Capitano James T. Kirk non avrebbe mai raggiunto nell’esplorazione di lontane galassie, lo stesso Mr. Spock nel ruolo di ufficiale scientifico non si sarebbe capacitato di tale frenesia nel sondare i pianeti inesplorati della galassia TCU. La svolta data da Specialized con la possibilità di personalizzare l’assistenza al gusto del Biker ha fatto sì che ci si inoltrasse in un mondo pieno di asteroidi potenzialmente pericolosi ma anche di pianeti assai accoglienti. I motori elettrici hanno quasi due secoli di storia, considerato che il motore che sfruttava il campo magnetico fu un intuizione del nostro esimio scienziato Galileo Ferraris nel 1885, seguito dal genio più incompreso dell’elettrotecnica Nikola Tesla che tre anni dopo nel 1888 brevettò il sistema trifase per un uso pratico in ambito industriale.

Avremmo dovuto attendere gli anni ottanta per l’arrivo dei motori Brushless ovvero senza spazzole che rivoluzionarono l’uso dei motori elettrici, grazie all’avanzamento della tecnologia nell’applicazione di semiconduttori e superconduttori per creare materiali magnetici migliori per durata e resa ed all’implementazione dell’elettronica deputata alla gestione dell’unità. L’elettronica è la lampada magica che una volta sfregata, porta ad esaudire tutti i desideri del mecatronico preso nella progettazione del motore per le E-bikes: senza una gestione accurata il motore ti offre potenza e coppia immediatamente, sarebbe inutilizzabile per il nostro mondo fuoristradistico che necessità come per le moto da enduro la possibilità di scaricare la potenza in modo progressivo e con una coppia sostenuta. Per cui in fase di progettazione sulla base di protocolli comuni per quanto riguarda i limiti imposti dal codice stradale europeo si opta per dare una gestione chiusa dell’assistenza. Personalizzare è un aspetto che sta a cuore a tutti che sia dal punto di vista estetico, funzionale e il poter avere il motore che ti dà quello che vuoi in base alle tue esigenze, visto che non tutti hanno 400 W nei quadricipiti a 25 km orari come Nino Schurter, il che ti rende l’uscita ancor più gaudente.

Gianni, da buon seguace di Epicuro per stile di vita ciclistico ed di Mr. Spock per il suo incessante procedere nell’esplorazione della tecnologia elettronica, iniziò dal primo assaggio della Turbo Levo FSR a sondare come la Voyager 2 il sistema che permetteva la personalizzazione tramite Mission Control. La possibilità di entrare tramite un’applicazione nel firmware che con la gestione del motore, che stava nella batteria, tramite Bluetooth, dava un vantaggio innegabile rispetto alla concorrenza del periodo che come ho già scritto ma lo ribadisco, volutamente evitava di lasciare al biker la scelta dei parametri di settaggio offrendo quattro o più livelli per rendere fruibile a tutti dai più dotati ai meno fortunati possessori di watt naturali l’uso della E-Bike. Infrangere le regole sembra proprio che sia un dono di cui gli umani (Italici in articolare) non possano fare a meno: parallelamente allo sviluppo della gestione motore delle E-Bikes arrivarono sul mercato i primi chips per alienare il limite orario imposto a 25 km orari, cosicché le unità potessero spingersi ben oltre fin tanto che la gamba lo concedesse, perché se di base il wattaggio del Biker è basso alte velocità non potrà raggiungerle. Non c’è timore alcuno nell’ammettere che nel nome della conoscenza che un Jedi come Gianni debba avere come bagaglio, abbia provato anche questi sblocchi della velocità che a conti fatti non portavano a nessun vantaggio, visto che l’attività era sui sentieri e come sia ben chiaro ogni modifica apportata alla E-Bike che ha una fiche di omologazione, inficia la garanzia del prodotto stesso.

Quindi se decidiamo di giocare tirando fuori gli assi dalla tunica come Ian Solo durante una partita di “Poker Galactic” in una bettola di Mos Eisley dobbiamo sapere che il rischio di problemi di navigazione potremmo averli pur essendo dei buoni piloti interstellari. Avendo solo una galassia con una rotta tracciata da esplorare, l’uso di interfacciarsi con gestori del Bluetooth per sondare il firmware divenne abbastanza comune per i piloti esperti e come sempre accade ovvero la giunzione di fattori puramente casuali unita ad un probabile errore di funzionamento di sistema fece notare che scendendo sotto il limite minimo imposto da Mission Control del 20% della corrente motore, la curva di reattività sull’asse cartesiano si impennava come il salto nell’iperspazio. Così una serie di sistemi si aprirono alla scoperta, un po’ come quando le stelle ed i pianeti nani ti compaiono sul pannello di controllo dell’Enterprise: dedicare una missione era d’obbligo.

Intanto un altro colosso si era affacciato sulla Via Lattea, gli alieni con gli occhi a mandorla di Shimano avevano presentato un serio concorrente al progetto Specialized, l’unità Steps E-8000 che si differenziava per avere il firmware nel motore e non nella batteria e tre livelli con un settaggio variabile di assistenza. I popoli delle Galassie E-Bike sono ognuno diverso dall’altro e spesso non riusciamo a comprendere per quale motivo il linguaggio sia così rigidamente costruito: l’unità E-8000 è ritenuta robusta, affidabile con prestazioni generose ma con una gestione dell’assistenza che dotata di spirito bizzarro mi sembra suonare come una sviolinata. Mentre attraverso l’applicazione nativa E-Tube, Trail e Boost potevano essere impostati su tre livelli di potenza erogata, il livello Eco era bloccato (oggi questa lacuna è stata colmata anche da E-Tube). Visto che nessuna Galassia è inesplorabile un gruppo di piloti commerciali dell’Impero di Klingon decisero di farlo: poter aprire nuove rotte non era poi male avrebbero potuto migliorare la già ottima base e soprattutto renderla così personale che un sistema solare non sarebbe bastato per contenerle tutte. Si erano create delle dimensioni parallele che offrivano ai nostri E-Bikers intergalattici strumenti molto interessanti per potersi esprimere al meglio nell’immensità di questo universo, ormai si andava alla ricerca di una immediatezza di reazione che sfiorasse la velocità della luce.

Ma dopo essersi ritirati su Vulcano pianeta nativo di Mr. Spock a praticare con lui la disciplina del Kolinahr, l’equipaggio di USS Specialized durante la navigazione concepì un nuovo firmware legato all’unità 2.1 Mag che aveva sostituito la ormai obsoleta 1.3 declassata a nave da trasporto. La nuova unità aveva dalla sua una gestione simile alla corrente 0, avevano conglobato i benefici rendendo ostico e a lungo tempo impossibile entrare nel sistema solare OVER25KM. Sempre per ottemperare le ordinanze del consiglio intergalattico che da sempre cercava di mettere ordine nei comportamenti non legali degli E-Bikers, regalando al tempo stesso un acceleratore di particelle che permetteva un avvicinamento più rapido all’iperspazio. Che lo avessero fatto consapevolmente o meno all’inizio lo Shuttle Mode era un settaggio che sembrava fosse come la misteriosa entità V’ger, a lungo molti E-bikers non ne appresero la conoscenza, a Gianni sembrava di parlare un altra lingua quando lo spiegava senza iniziazione alcuna a tutti, manco fosse su Mars Sol IV pianeta gemello della terra sovrastato dal fracasso del vasto impianto di costruzione navale di Utopia Planitia tanto da ricevere da degli stolti utenti anche ingenerosi insulti !!! Ma tanto era : non tutti possono comprendere … anzi !!!

Così ripresero i viaggi e le esplorazioni sui pianeti, tutto si avvicinava sempre di più all’antimateria pronti ad una nuova annichilazione, qualcuno dei Pirati di Orione che stava navigando ai margini tra un sistema solare ed un altro decise che forse era arrivato il momento di dare un controllo non solo attraverso i software che fino a quel momento avevano avuto per convenienza di rilascio un prezzo inferiore di una pinta di Birra Romulana notoriamente illegale ma nella costruzione di un hardware dedicato che sostituisse la TCU concepita dall’equipaggio della USS Specialized, che fosse un vero acceleratore di particelle che trasformasse l’unità in un Siluro Fotonico. Gianni in uno dei suoi viaggi da internauta incontrò il capo dei pirati di Orione che gli propose di provare il prodotto visto il suo continuo peregrinare alla ricerca di conoscenza tecnologica. La navicella Adamo dopo poche ere interspaziali atterrò nell’hangar dell’astronave Pro-M108, dove fu esaminato, studiato e stressato in tutte le sue funzionalità. Il Capitano Gianni lo elevò a ragione il sistema più avanzato per gestire l’unità 2.1MAG ad oggi: ma essendo un prodotto che va a contrastare la regola dell’integrità del mezzo la garanzia da parte del costruttore non viene riconosciuta in caso di applicazione. Se però hai lo spirito da E-Biker intergalattico sai che qualche rischio lo dovrai pur prendere se vorrai inebriarti sulle montagne del pianeta Miri, un mondo straordinario replica quasi esatta della terra dedicata solo alla E-Bike.