Scritto da Gianni Biffi il 22 Gennaio 2024.
Dopo mesi di attesa, finalmente è giunta in Pro-M la tanto agognata Unno Ikki Factory! Questa E-MTB leggera, appartenente alla categoria “SL”, che si distingue per le sue geometrie e cinematica da enduro identiche alla più potente sorella maggiore Mith (la cui prova potete legger qui) , a differenza di altre SL che, in genere, si limitano ad un utilizzo trail o all mountain con corsa sospensioni intorno ai 150 mm e componenti leggeri poco adatti all’uso gravity o enduro, a eccezione della Specialized Kenevo SL II.
Vediamo ora le prime impressioni sulla Ikki, che ho avuto il privilegio di testare subito dopo la Mith, sperimentando la potenza/coppia tra Full power e Mid power con telaio, geometrie e cinematica identici. Per mantenere uniformi le impressioni rispetto alla Mith, abbiamo optato per il cambio degli pneumatici, l’inserimento dei salsicciotti e la sostituzione completa dell’impianto frenante con gli stessi componenti: gomme Michelin Enduro Race, salsicciotti Air Liner e freni BCA.
Il motore TQ della Ikki, nonostante la mia limitata conoscenza iniziale, si è rivelato essere il motore più leggero e compatto attualmente disponibile sul mercato. Con uno statore posizionato attorno al perno del movimento centrale e poco altro, la batteria da 360 Wh è alloggiata nel tubo obliquo di dimensioni ridotte. È davvero difficile distinguere se ci si trova di fronte a una E-MTB o a una tradizionale MTB. Senza tema di smentite, posso affermare che è la più bella E-MTB mai prodotta. Le sospensioni da 170 mm all’anteriore e 160 mm al posteriore, con una progressività del carro sempre elevata, restituiscono immediatamente la spinta sui pedali con una sorprendente efficienza. Pochissime altre cinematiche posteriori presentano caratteristiche così ben adatte all’uso agonistico.
La geometria, già lodata per la Mith, rende la guida della Ikki impegnativa, ma in mani esperte si trasforma in una vera “arma letale”. Pochissime altre realizzazioni si dimostrano così prestanti e reattive, con il manubrio in carbonio integrato posizionato praticamente sull’asse di sterzo. In breve, è non solo bellissima, ma offre prestazioni straordinarie, anche se forse non è la scelta più indicata per i principianti.
Nelle discese, rispetto alla sorella maggiore Mith, risulta meno affaticante e decisamente più agile grazie ai 4,5 chilogrammi in meno di peso totale. La velocità nei cambi di direzione è impressionante, tanto da farla sembrare quasi una MTB tradizionale !
Tuttavia non è oro tutto ciò che luccica e in salita il confronto con le full power impone un prezzo significativo da pagare, tipico delle SL. Calcolando con gli amici durante le uscite, abbiamo verificato che, per esempio, salire all’ Avaro da Santa Brigida richiede quasi il doppio del tempo rispetto a una full power, pur restando comunque inferiore del 30% rispetto a una MTB tradizionale. Va anche sottolineato che, pedalando al proprio ritmo e cadenza, la fatica in più non è così rilevante, ma ci si troverà in sella per un tempo quasi doppio rispetto a una full power : in poche parole bisogna andare più lentamente .
Dopo circa 100 chilometri percorsi con un dislivello di circa 4000 metri più e meno, la batteria ha iniziato a mostrare il suo potenziale grazie alle 5 ricariche ormai effettuate. Nella prima uscita, pedalando con una cadenza di 65/70 rpm, si potevano percorrere 80/90 metri positivi per ogni tacca del display (10%), mentre nell’ultima uscita di ieri, pedalando con una cadenza di 80/85 rpm, abbiamo raggiunto circa 110/120 metri positivi per ogni tacca con assistenza sempre sul secondo livello .
Insomma, se provieni da una MTB tradizionale, la Ikki sarà un giocattolo eccezionale che ti assisterà in salita e ti farà divertire in discesa come se non di più della tua vecchia MTB. Ma, come afferma il mio amico Claudio Locatelli, se scendi da una full power potresti trovare qualche difficoltà in salita …
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