Prova Amflow PL Carbon PRO di Mirko P.

Scritto da Mirko P.  il 20 Ottobre 2025 .

 

Grazie ad un allineamento eccezionale dei pianeti 😂, Gianni mi ha messo a disposizione la sua PERSONALE PL PRO: chi lo conosce sa cosa e soprattutto quanto questo significhi… se poi ti dice: “vedi di non distruggermi i cerchi in carbonio”… il senso di responsabilità è alle stelle 😱. Tipo proteggere la bimba a tutti i costi sdraiandocisi sotto in caso di caduta 😂😂😂 .

Allestimento bling-bling, peso incredibilmente basso con gomme gravity. Taglia Large che ricalca la mia Levo S4 Gen3 : normalmente giro in set-up mullet per puro divertimento ma non ho dubbi sulle maggiori performance del set-up full 29. L’attacco BCA reach 14 e rise 63,5 mi incuriosisce perché adoro la risposta diretta e su questa Amflow dovrebbe compensare lo stack anteriore relativamente basso. Posizione al primo contatto positiva e nel range M-L dei vari costruttori per corporature 175-180cm.

L’estetica è estremamente snella facendo pensare ad una certa “elasticità” che comunque non riscontro dalle prime prove “da parcheggio”. Anche la linea con top tube relativamente orizzontale le dona sembianze trail-bike: non mi da sensazione di aggressività nonostante ritengo la bici molto bella e facilmente confrontabile con una SL.

Setting motore in AUTO per concentrarsi sul capire la bici. Inizi a pedalare e noti subito le notevoli differenze, talmente chiaramente che pensi che così debbano comportarsi tutti i motori. La spinta c’è ed è poderosa ma il significato di naturalezza va riscritto: si comporta effettivamente come moltiplicatore della tua forza in maniera così sincronizzata alle tue gambe che non sembra di avere il motore. Se vi sembra un paradosso provatelo.

Risponde in questa maniera partendo da fermo con rapporto sbagliato, a cadenze bassissime, a frequenze altissime ; l’ho spinto da 10 a 140 pedalate al minuto senza un minimo vuoto o strappo o sfasamento tra la mia spinta e la sua. Da provare, gli altri motori sembrano oggetti artigianali che si impegnano per aiutarti al meglio, ne siamo tutti contenti e funzionano, ma qui siamo oggettivamente ad un altro livello.

Quelli meccanicamente sensibili ed attenti a trattare con delicatezza catena, cambio e cassetta rimarranno piacevolmente sollevati dall’efficacia dell’accoppiamento software tra cambio elettronico e motore con riduzione automatica della coppia in cambiata. Veloce e silenziosissimo, non ci pensi più in nessuna situazione. Anni di vita risparmiati 😋.

Se passi a situazioni più impegnative hai ulteriori conferme. In passaggi tecnici tra scale e rock garden in salita appare evidente che la trazione è impareggiabile: mai uno slittamento anche quando sbagli ed alleggerisci la ruota posteriore sul dente del gradino o in piedi sui pedali tra le rocce bagnate mentre cerchi lo spazio per girare. Il software di gestione unito alla sensoristica sofisticata realizzano qualcosa che è difficile spiegare. Di nuovo, sembra una muscolare con te super-dopato.

Concludo la parte sul motore semplicemente dicendo che nonostante la sua spinta elevatissima è il motore più facile e meno “pericoloso” che abbia mai provato. Con gli altri, nei passaggi tecnici, ho spesso usato il freno posteriore anche preventivamente “appoggiato”, qui basta dosare le gambe, esattamente come una muscolare e la bici non “scappa” mai avanti… Qualsiasi speculazione o polemica politicizzata (se ne solo scritte e lette molte) non è basata su fatti, ne su prestazioni, ne su comportamenti: tutto peraltro facilmente verificabile con una semplice prova, quindi in molti ci fanno una gran brutta figura mostrando il “non rispetto per gli utenti”. Se sono troppo diretto meglio addolcire con l’AI… 🤗

Passiamo alla parte che più mi interessava, scoprire il comportamento in discesa. La Terza dell’Avaro non la conosco bene quindi guido praticamente a vista, ma racchiude comunque moltissime situazioni che sono ideali per capire il DNA di una bici. Si va dal triallistico, al veloce passando per il “croccante” (devo tradurre?), in questa occasione molto asciutto con foglie: tipo FBL (traduco: Fá Balá Löch) o slippery when extra-dry. Specifico che dover guidare a vista aumenta l’intensità del test in quanto la sintonia è messa continuamente alla prova da continui “imprevisti”.

Iniziamo con ripido stretto e nose-press per affrontare tornanti che si affacciano nel vuoto. Il peso aiuta moltissimo ma il bilanciamento ed il carro ben sostenuto fanno il resto. Un gioco da ragazzi dove la rigidità dell’insieme appare già ottima.

Passiamo quindi al “croccante”: rocce e radici ovunque e di dimensioni ragguardevoli. Due strategie possibili, rotolarci sopra o saltare. Il full 29 ovviamente aiuta a scavalcare ed addolcire qualsiasi cosa, il carro funziona bene e non scalcia, non è uno schiaccia sassi ma scorre bene con ottima capacità di assorbimento. Sdoppiare con bunny-hop o semplicemente droppare i gradini è fantastico anche a velocità bassa o media la bici è super reattiva e facilita enormemente una conduzione leggera e saltellante. Amore !!!

La 36 all’anteriore funziona bene (escursione 170) e la definirei assolutamente adeguata. L’attacco manubrio fa quello che mi aspettavo, super diretto e porta il manubrio alla giusta altezza, forse sperimenterei un +10 o +20mm… tuning comunque secondo gusti personali. Solo nella guida “salterina” direi che una forcella più strutturata, 38 o ZEB, aumenterebbe la confidenza negli atterraggi infestati da rocce e radici. Indirettamente aumenterebbe anche un pò la quota di stack, quindi penso possa essere un buon upgrade per uso spinto decisamente verso l’enduro.

Passiamo al veloce, qualche salto, sponde, canali, rock garden a fuoco, foglie e terreno friabile, canali, contro pendenze, what else ?

Ottimo il comportamento, carro ben sostenuto anche senza token nel mono, assorbente sulle piccole sconnessioni, ottima capacità di scavalcare gli ostacoli, ben sostenuto a metà corsa ed ottima resistenza ai fondo corsa (che non ho mai raggiunto. Gianni stai tranquillo… 😅). La rigidità d’ insieme è la cosa che mi ha positivamente impressionato, non le manca nulla. Che si tratti di contro pendenze o inserimenti in curva da film (senza distruggere i cerchi in carbonio del Gianni) o perdite di aderenza improvvise non ho riscontrato reazioni elastiche. La bici è sicuramente scattante ma non è assolutamente “nervosa”. Inoltre (…e la cosa mi è piaciuta moltissimo) é sempre bilanciata e sensibile allo spostamento del peso consentendo correzioni fulminee, tutto coadiuvato da una grande capacità di tramettere al rider cosa sta succedento. Direi quindi grande sensibilità e sincerità nel trasmettere feedbacks, ma mai nervosamente o con vibrazioni fastidiose. Facilissimo fare bunny-hop con altezze importanti per una e-bike. Grazie all’insieme, coadiuvato dai pedali liberi, ho intimamente interagito con bici e terreno. Mi ripeto, ma voglio essere sicuro che venga capito, è super reattiva e sensibile. Se arrivate da uno schiaccia sassi letargico oltre i 25 chili probabilmente la considererete erroneamente nervosa, ma attenzione alla semantica… é un gran bel giocattolo “poppy”.

Entusiasmante rilanciare la velocità in piedi sui pedali: sia per il carro sostenuto che non affonda, che per la rigidezza d’insieme, Gggggaaaassss!!!

Super freni…bellissime pedivelle: passando da 160 (le mie abituali) a 155 qui montate, la differenza in discesa si sente tanto, rendendo tutto più naturale. Il piacere e la facilità di guida sono di altissimo livello.

Tuning tips: forcella se vi serve (ma siate sinceri… 😉), appoggi secondo i gusti come su qualsiasi bici ma qui direi che serve alzare più del consueto il manubrio.

Per concludere, leggera, rigida, reattiva e scattante, super motore. Per me una riscoperta del piacere di guida che non provavo da tempo con mezzi sempre più “pesanti“. Sottolineo l’estrema facilità di conduzione ed il pochissimo sforzo anche in discesa. Ruote in aria… sempre !!! Full fun per intenditori !!!

Gianni… GRAZIE ancora per il divertimento. Però devo per forza fare prova comparativa con Unno Mith