Pro-Meide – Libro II – Epic rides

Libro II  – Cap. IX
Epic rides – Ovvero la metrica al tempo delle gite

Se non ci fosse un motivo
di certo non mi sentirei vivo
mi spalmerei sul divano
solo con la certezza di essere un fallito relitto umano
piangendo lacrime amare
sulle mirabolanti cose che vorrei fare
non ho una ragione
la mia vita è una dorata metropolitana prigione
passo da un aperitivo
sprecando chiacchiere per rendermi attivo
ma sono di buone intenzioni grasso
pianto tutto in asso
chissà che la carta di credito
possa ai miei pensieri dare adito
perché da solo con me stesso
non sono mai nemmeno dentro al cesso
vorrei due ali
per far gridare FUCK! quanto vali
mentre volo su per i monti lontano
dal delirio economico quotidiano
(Freakrider MC su base campionata di “Born to be wild”, data imprecisata)

“Gianni ascoltami ho un idea, va bene girare alla montagnetta di San Siro ma qui si fa la storia della MTB a Milano. Voglio stilare un calendario, una serie di gite che siano fantastiche, quelle che tra 30 anni ci si trova e con qualche chilo in più e molti capelli meno potremo ricordarci di quanto fosse stato bello scoprire dei posti in buona compagnia. Potremmo proporre ai Clienti che poi diventeranno semplici conoscenti e poi magari amici, una gita in montagna al mese nel periodo estivo quando qui nel parco del Ticino diventi il distributore automatico di sangue per le zanzare che son talmente grasse che le scambi per sanguinacci volanti. Allora cosa ne pensi?” Daniele T. si allentò il nodo della cravatta, faceva dannatamente caldo dentro il capannone quel giorno di fine primavera, mentre finiva di sorseggiare il caffè che Gianni gli aveva allungato dalla macchinetta. Gianni buttò il bicchierino nel cestino e sfiorandosi il mento lo guardò negli occhi. “Daniele va bene, ma non credo che si possa organizzare tipo gita ad Orta San Giulio con vendita di set di pentole inclusa, mi piace l’idea ma dobbiamo per lo meno dare una scala di difficoltà legata alla lunghezza, al dislivello, all’impegno fisico e tecnico quello che normalmente si fa per una gita di sci alpinismo organizzata dal CAI Milano, tanto per fare un esempio terra terra.” Daniele si era messo a camminare con ritmo sincopato in circolo come un carcerato all’ora d’aria, con fare pensoso, trascinando le scarpe sul pavimento del magazzino come se avesse un paio di pattine immaginarie. Gianni come da sua abitudine organizzativa aveva chiarito che si trattava di divertimento certo, ma era necessario mettere dei paletti affinchè fossero ricordate non come le gite aziendali di un tragico Fantozzi ma come la lettura di un racconto epico.

“Va bene Gianni, me ne occupo io, preparerò un elenco di itinerari darò una scadenza mensile, ti farò delle proposte che vaglieremo e, sperando nel meteo clemente, le porteremo a buon fine… I mesi da considerare sono Luglio, Settembre e Ottobre… Agosto lo escluderei, tutti se ne vanno in ferie con la famiglia e chi non ce l’ha va a rovinarsi nei locali di Ibiza, beati loro mi verrebbe da dire… Comunque pensavo di chiamarle Epic Rides, cosa ne pensi?” Gianni annuì soddisfatto ma come sempre mise i puntini sulle i, la punteggiatura è un dettaglio determinante: scandisce le parole che aiutano a far chiarezza. “Un altro punto che deve essere ben chiaro: queste Epic Rides sono fatte da un gruppo di Bikers che in maniera autonoma e senza versare alcun esborso di denaro si trovano per fare un giro in piena consapevolezza di quello che stanno a fare. Ovvio che la descrizione del percorso debba essere dettagliato affinché non ci possano essere problemi di inadeguatezza del biker nell’affrontare il percorso, non lasceremo in difficoltà nessuno ma ognuno dovrà essere in grado di far fronte ad eventuali problemi meccanici magari banali tipo forare… Non possiamo frugare negli zaini, ma affronteremo condizioni di montagna e non sono una guida pagata per esserlo. Questa dovrà essere una condivisione di un momento fun , null’altro.” Daniele si apprestò all’uscita sollevando la mano destra con indice e medio in segno di vittoria.

Con queste idee nacque nel 1999 il primo calendario delle Epic Rides – che allora erano denominate “Gite Fun Club Milano” – ed io fui attore ingaggiato all’ultimo minuto della prima uscita quella del Bernina Express DH, da lì ne seguirono ogni anno in numero variabile da 5 a 6 per il corso degli anni a seguire. Gli itinerari erano frutto di aggiustamenti e ripensamenti di azzardi fatti nel corso degli anni da quelli che furono riconosciuti come gli scout del Racing Team, cosa che mi diede una fama totalmente immeritata di sostenitore di linee un attimo al limite o simpaticamente fantasiose ma garantisco sul mio onore di giovane marmotta che erano fatte nel nome del divertimento. Il terreno preferito da sempre furono le cime Alpine delle Alpi spartiacque tra Lombardia, Piemonte orientale e Svizzera con puntate anche verso il Passo del Gottardo: la scelta veniva fatta anche in base alla logistica offerta, nei primi tempi il gruppo non era sicuramente un’armata aveva più l’aspetto della compagnia guidata da Gandalf nel Signore degli anelli… Ma lo spirito con quale venivano affrontate e con la leggerezza che le distinguevano avevano trasformato delle linee tracciate sulle mappe in momenti che avremmo voluto riassaporare all’infinito.

Il ritrovarsi in un ambiente severo che ti faceva capire quanto inermi siamo nei confronti della natura, il portare le ruote delle le nostre amate biciclette dove fino ad allora ci erano passati solo armenti con i loro pastori ed escursionisti in una mattina d’estate , ci rendeva protagonisti di un percorso che sembrava prestabilito ma che fin dal primo colpo di pedale si mescola: il paesaggio che muta ad ogni nostro respiro affannoso dagli acquitrini, agli abbeveratoi, ai boschi, alle cime ancora innevate che sembrano non aver voglia di smettere di essere incombenti, i colori che dilagano nella nostra mente sgombrando i canali della coscienza ostruiti dalle macerie del quotidiano. L’immersione nell’ambiente attraverso l’aiuto della bicicletta è la manutenzione del nostro animo, per questo le Epic Ride erano gli itinerari della mente: le montagne si dovrebbero salire con il minor sforzo possibile e pedalando senza fretta, la velocità dovrebbe essere determinata dallo stato d’animo di Biker. Se sei inquieto, accelera e aspetterai i tuoi compagni in cima. Se rimani senza fiato rallenta, scendi da sella e respira facendoti investire dal vento. Quando ti avvicini alla meta pedali in equilibrio tra inquietudine e sfinimento: poi quando finalmente arrivi smetti di pensare ogni pensiero è un mezzo che ti libererà e ti aprirà le ali della leggerezza nell’affrontare la discesa, cosa che cambia l’approccio con il paesaggio circostante, cambia completamente. Ora nulla ti impedisce di diventare un corpo unico con la tua bicicletta accarezzi ogni sasso ogni tanto un buffetto e il tempo non è più uno spazio strutturato, riesci a vivere l’intensità del momento come se tutto si riassumesse in un fermo immagine.

Nel corso degli anni si sono avvicendati nel proporre le gite più persone qualcuno si era già perso per strada per gestire gli affari suoi, la vita non è un lungo fiume tranquillo per tutti, ma lo spirito non cambiò mai, anche se cambiarono i mezzi di navigazione che avrebbero facilitato il perdersi in montagna. Magari Daniele non aveva in mente questo quando le propose, ma le Epic Rides furono il miglior rimedio contro il logorio della vita metropolitana: decine e decine di Bikers si sono succeduti trovando la formula alchemica del divertimento e della complicità. Ho sempre trovato un piacere immenso nel poter condividere la passione per questo gioco, la nostra intima fuga dal Castello d’If: ho avuto compagni di fuga eccellenti, considerato che poi venivamo ripresi e avremmo ritentato l’evasione quanto prima. Devo ringraziare Gianni, Daniele e soprattutto Vitto per aver messo a disposizione dei fantastici passe-partout che hanno sempre aperto la cella della nostra mente altrimenti avrei fatto la fine dell’Abate Faria: avrei cercato di scavare un tunnel per anni senza uscirne.

Le file ordinate nelle stazioni del treno a Biasca, le foto al lago Ritom erano diventate un classico come il concerto di Capodanno a Vienna; ho visto gli occhi dei compari pervasi della stessa attesa dei bimbi la notte del 24 Dicembre, che sanno benissimo chi sia Babbo Natale ma affrontare una Epic Ride era come scartare i regali sotto l’albero, perché i doni a Natale sono d’obbligo, ma non sono mai gli stessi dell’anno prima e la sorpresa c’è sempre.