Pro-Meide – Libro III – R.A.P.

Libro III – Cap.IV

R.A.P.
(Rhythm And Poetry ovvero Raduno Amici Pro-M)

Il Racing Team era come sempre in fermento ma da quando Vitto era entrato a far parte della banda portando la filosofia del Minimo Impatto nella programmazione delle gite, sembravamo tante bollicine dentro una bottiglia di Champagne talmente gasate da mettere a rischio il tappo. L’uscita domenicale era come farsi radere dal barbiere, quel momento in cui il rasoio ti accarezza la pelle e ti concentri solo sul calore del panno caldo che ti inumidisce il viso a preludio della rasatura: un concentrato di benessere lontano dalla città, un rito essenziale che faceva della bici da montagna un enorme panno che ci copriva facendoci scoprire la delicatezza dell’ambiente che ci circondava con l’aria che aveva lo stesso impatto sul viso del floid vaporizzato a fine rasatura.

La preparazione non era cosa banale, tutti si aspettavano ogni volta qualcosa di nuovo: le consultazioni settimanale tra Gianni Gran Mogol e Vitto Giovane Marmotta esploratrice erano più complesse di quelle del Capo dello Stato per la formazione di un nuovo governo. L’entusiasmo di Vitto portava a nuovi itinerari anche su indicazione di scatenati “Fanigutuni” (sostantivo Milanese che identifica un nullafacente per scelta o per pensione acquisita) che confondevano gite puramente pedestri in portage infiniti che in salita ci sarebbero anche stati, peccato che il più delle volte continuavano in discesa. Confesso che mi sarei dovuto cospargere il capo di cenere in cerca di perdono, i miei suggerimenti a volte furono un attimo al limite soprattutto perché avendo esplorato in qualche vita precedente il territorio, ero fermamente convinto che il sentiero fosse ancora lì ad accoglier il nostro scorrazzare. Comunque al di là degli errori di valutazione degli itinerari che in ogni caso fanno parte del divertimento, era sempre troppo poco il tempo per dare sfogo alla voglia di pedalare in posti sconosciuti; certo le Epic Rides erano state pietre miliari ma sempre legate ad un evento al massimo spalmato in due giorni, ti facevano luccicare gli occhi ogni volta che le ricordavi ma era giunto il momento di fare uno scatto in avanti.

Gianni stava ragionando da tempo di organizzare un evento molto più dilatato nel tempo, una settimana piena aperta ai membri del Racing Team nelle cattedrali della MTB o in località che avessero caratteristiche di bellezza ambientale e adatte al nostro passatempo, un evento che avrebbe avuto una cadenza annuale come summa delle Domeniche spese insieme varianti tassativamente escluse. Un bella vacanza in bicicletta senza l’antipatica verve del villaggio tutto incluso dove ti devi divertire a tutti i costi, si sarebbe deciso giorno per giorno in base al meteo e soprattutto alla fatica del giorno prima, una Epic Raid lunga sette giorni: così stava per nascere sotto i migliori auspici il Raduno amici di Pro-M poi conosciuto come R.A.P.

L’acronimo suona come quello più conosciuto del mondo musicale lo scorrere di ritmo e poesia, in connubio che senza rendercene conto lo facevamo ogni volta che affrontavamo una Epic: ci veniva più facile delle liriche di Notorius B.I.G. o delle citazioni accelerate di Caparezza noi eravamo e siamo NWA, New(Bikers) With Attitude (to have fun) con le camere d’aria squarciate al collo più cool delle catenazze dei Beastie Boys e guai a rompere il flow. È vero che grazie al corollario “con la targhetta di plastica e la lingua in bocca si va dappertutto” (G.Biffi su ciclabile destra Po mentre eravamo in cerca di un alloggio per la notte, km 92,300 percorsi ore 17,35 circa, assalti frontali di zanzare compresi) ti salvi sempre grazie l’improvvisazione che è la base del RAP quello cantato, la fortuna stava nel fatto che avessimo Gianni nel ruolo di produttore “il Kanye West di noi altri” che nel corso degli anni ci aveva fatto avere innovazioni ed esplorato nuove vie. I palcoscenici dovevano essere adeguati, ormai eravamo pronti da tempo per uscire dai nostri confini, il fatto assodato era che componevamo una raccolta di gemelli diversi ma uniti nello stile.

Quale scenario migliore avrebbe potuto farci da teatro, se non il deserto freddo dello Utah? Moab il palcoscenico leggendario delle MTB caratterizzato dai colori e dalle forme assunte dalla roccia arenaria. Il fiume Colorado ed il suo affluente, il Green River, hanno scavato i loro percorsi all’interno di questa roccia, creando alcuni dei passaggi più selvaggi ed impressionanti del mondo. Vento, pioggia e neve hanno scolpito questa roccia friabile per milioni di anni. Canyons, guglie, archi, pinnacoli, butte, calanchi e mesas sarebbero stati la scenografia del primo evento R.A.P. Visto che è noto come il deserto freddo, in inverno lo stato dello Utah viene ricoperto da abbondanti nevicate e meta di sport invernali, Gianni programmò di recarsi in loco per la fine di Maggio.

Non amando di muoversi a caso, cercò le migliori soluzioni per la logistica dello spostamento della Crew, fu deciso che per evitare inutili spese e rotture non solo meccaniche non si sarebbero portati gli strumenti, visto il cospicuo numero di negozi presenti su entrambi i lati della statale 191 che permettevano noleggi di qualità, in ogni caso aveva già allertato i suoi fornitori per sapere a chi rivolgersi. Avrebbe preparato una lista della strumentazione come sempre di altissima qualità da scegliere giorno per giorno: le biciclette sono come i microfoni amplificano le tue potenzialità.
Furono fatte le prove prima della partenza per arrivare carichi al primo concerto, tutti avrebbero voluto essere MC ma si sarebbero alternati sui sentieri come i Run DMC.

Slick Rock Trail, Porcupine Rim, Kokopelli, Poison Spider, White Rim, Whole Enchilada sarebbero state delle hit quotidiane per tutti i partecipanti, cosa che avrebbe potuto provocare raucedine da acuti che si innalzavano sempre più alti come le cime che si inseguivano all’orizzonte, segno dell’incredibile potenza dell’ambiente. Le avrebbero percorse con un flow che avrebbe sicuro fatto invidia a gente come Ice Cube, Lil Wayne, Snoop Dogg, Dr. Dre al “Pot of Gold Music Festival di Phoenix” tanto per rimanere nel South West. I giorni si avvicendarono lievi e gli eventi carichi di adrenalina, “insane in the brain” affrontando miglia e miglia di sentieri per poi gustarsi un tequila sunrise alla fine. Nessuno dei presenti avrebbe mai potuto dimenticare il (R.A.P.) Superstar che aveva dato iniziato una serie di tournèe che negli anni a venire avrebbero visto le spiagge bianche della Corsica, le rosee cime delle Dolomiti, le dolci colline Toscane, un graditissimo ritorno a gran richiesta nella terra dei Mormoni, peccato che loro considerino solo il coro… Noi li eravamo per “Rock this way” perché il cross-over rappresenta la nostra natura non ci riconosciamo solo in uno stile, ma di fondo amiamo il ritmo e la poesia che questi eventi ci regalano, perchè il produttore riesce sempre a campionare il meglio.

Hand On the Pump!